Tra i ben poco invidiabili primati, che il nostro Paese vanta in questi tempi di crisi, vi sono anche quelli di "nazione ad alta concentrazione di neet" (il 37,8% degli under 25) e di disoccupazione giovanile in crescita (quella compresa nella fascia d'età 15-25 anni), ormai al 40,7%. Per risalire la china e ridare un futuro ai giovani, l'Italia ha sottoscritto, insieme agli altri Paesi dell'UE, il programma denominato Garanzia Giovani.
Questo progetto ha un obiettivo ambizioso: abbattere il tasso di disoccupazione giovanile, grazie ad un sistema che permetta di presentare un'offerta di lavoro ad un giovane europeo, entro i primi 4 mesi dalla sua uscita dal sistema formativo (scuola dell'obbligo o università), in linea con i suoi studi. Un sistema che riprende, pari pari, quello già attivo nei Paesi Scandinavi, estendendolo a tutto il territorio dell'Unione.
Fulcro del progetto, sono i Centri per l'Impiego, che, previo colloquio con il giovane aspirante lavoratore, si dovranno attivare per far pervenire all'interessato un'offerta di lavoro (prevalentemente con contratto di apprendistato), una formativa/lavorativa (stage o tirocinio) oppure un progetto di formazione e di accesso al credito per le start-up, se il giovane ha deciso di darsi all'imprenditoria.
Secondo le linee guida, rilasciate dal Consiglio Europeo, Garanzia Giovani avrà, complessivamente, un budget di 21 miliardi di euro (di cui 6 subito disponibili per il biennio 2014-2015): una cifra importante, ma che impallidisce di fronte al costo che i giovani neet hanno per l'Europa (circa 150 miliardi di euro l'anno, secondo Eurofound). Attenzione, però, avverte l'UE: potranno accedere ai fondi solo quei Paesi che aderiranno al programma e che hanno una soglia di disoccupazione giovanile superiore al 20%.
Per il secondo requisito richiesto, siamo – purtroppo – a cavallo, ma anche per il primo siamo sulla buona strada: il Governo infatti, ha approvato la creazione di un'apposita Struttura di Missione, cui parteciperanno il Ministero del Lavoro, il Miur, l'Inps, le Camere di Commercio e gli Enti locali (Regioni, Provincie e Comuni), con lo scopo di recepire le linee guida europee e organizzare la loro applicazione nel nostro Paese. Lo stesso ministro Giovannini ha assicurato che, entro fine novembre, sarà pronto un piano organico, così che Garanzia Giovani possa partire fin dal gennaio del prossimo anno.
Il progetto, per la verità, ha l'aspetto di un palliativo, che ben poco può fare per la disoccupazione giovanile, soprattutto in Italia, dove le aziende non assumono, non perchè i giovani italiani sono choosy, bamboccioni o inoccupabili, nè perchè sono pigri o non hanno voglia di lavorare, ma perchè la crisi, la pesante tassazione e l'ingombrante burocrazia italica sono il peso che impedisce al Paese di riprendersi.
Aspettiamo di vedere cosa sfornerà il Governo per il piano europeo, ma se non si risolvono prima questi problemi fondamentali, qualunque progetto, per quanto brillante, avrà vita dura.
Danilo