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Garanzia Giovani

Creato il 15 dicembre 2015 da Cobain86

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Addentriamoci nei sordidi meandri del precariato italico e analizziamo questa misteriosa creatura chiamata Garanzia Giovani, con un pizzico di ironia as usual. Buona lettura!

L’antefatto 

Assumere giovani ragazzi in saldo spendendo il meno possibile, creando così occupazione ed esperienza per giovani virgulti, laureati o meno.

Cos’è Garanzia Giovani

Garanzia Giovani (a breve capirete l’ironia del nome scelto) è un tirocinio intermediato dalla Regione, che mette a disposizione fondi per aiutare le aziende ad assumere a costi inferiori.

I giovani da 15 a 29 anni possono iscriversi al portale: una volta completata l’iscrizione dovete recarvi al vostro centro per l’impiego, passando almeno un’ora a spiegare chi siete, da dove venite, come siete riusciti miracolosamente a candidarvi online al programma e compagnia bella.

Dopo le prime quattro ore istinti di varia natura si faranno largo nei vostri pensieri ma dovete resistere: il Patto di servizio, da scansionare e allegare alle vostre future candidature, può essere rilasciato SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dal Centro per l’Impiego, per cui siete costretti a far buon viso a cattivo gioco.

Tuttavia Garanzia Giovani dà il meglio di sè al momento del pagamento, corrisposto da due entità differenti.

  1. L’azienda: Il vostro datore di lavoro è tenuto a corrispondervi un rimborso spese minimo di 150 euro, incrementabile a sua discrezione. Il rimanente non è di sua competenza (vedi sotto), non può anticiparvelo sperando in uno sgravio contributivo perché tirocinii e contributi viaggiano su binari diversi.
  2. La Regione: Gli uffici regionali devono approvare il vostro tirocinio (30/40 giorni di attesa) e trasmettere queste approvazioni all’INPS locale, in modo che possiate (in un futuro lontano) riscuotere la seconda parte del rimborso spese (300 euro fissi, scalabili in caso di assenze ingiustificate per più di una settimana al mese).
  3. INPS: É l’ente preposto a disporre il pagamento, inviandolo alle Poste.

Una volta iniziato il tirocinio dovrete firmare giornalmente i fogli presenze, elementi preziosissimi da conservare SEMPRE in azienda (se li perdete bisogna fare denuncia ai Carabinieri), essendo fogli firmati e vidimati dalla regione stessa. Sono documenti ufficiali da conservare con la massima cura.

Ma funziona?

L’unica garanzia che offre questo sistema è quello di essere pagati il più tardi possibile, dopo mesi dall’avvio della vostra attività lavorativa.

Una volta che, tramite forze oscure non controllabili dal nostro animo umano, il cash arriva finalmente in Posta dovete andarlo a ritirare di persona: vi arriverà una gioiosa cartolina a casa e dovrete perdere qualche ora (se siete fortunati) o accamparvi con il sacco a pelo per ritirare il vostro sudato compenso.

Chi ha progettato il sistema, infatti, non si è reso conto che altri enti (penso all’Agenzia delle Entrate) hanno elaborato sistemi di pagamento più celeri come un bel bonifico sul conto corrente e quindi è necessario regredire ai tempi della transumanza. Un capretto sotto braccio, Guerra e Pace nello zaino e attendiamo il nostro turno in Posta, momento in cui può accadere di tutto e di più, come narrato da questo articolo.

Gli enti di formazione devono ottenere informazioni dai tirocinanti stessi, in quanto sui siti ufficiali le informazioni sono poche e lacunose mentre le dinamiche sono variegate e intricate.

Una fiaccola di speranza

Questo articolo non vuole essere una critica contro tutto il sistema: probabilmente è un metodo valido per farsi conoscere e apprezzare in azienda, un modo per fare esperienza a basso costo.

Ciò che mi lascia basito sono i tempi biblici e le modalità arcaiche di pagamento che evidenziano, nel caso non fosse palese, l’abisso digitale che ci separa da altri Paesi europei civilizzati.

Migliorerà tutto questo? É la nostra speranza e la inoltriamo a Babbo Natale, magari riesce ad essere più celere di Cip, Ciop, Flick, Flack e tutti gli enti coinvolti messi insieme!

Marco


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