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Garanzia giovani, presunte irregolarita’ in umbria- ciprini: ok a ispezioni anche dal ministero del lavoro

Creato il 17 ottobre 2015 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria
Tiziana Ciprini

Tiziana Ciprini

“Dopo la risposta ottenuta dalla collega europarlamentare Laura Agea da parte della Commissaria all’Occupazione sulle presunte irregolarità nell’attuazione del progetto Garanzia Giovani in Umbria, è arrivata anche la risposta del Ministero del Lavoro”- scrive la deputata Tiziana Ciprini in una nota.

“Nel rispondere a una mia interrogazione sulla stessa questione, infatti, la sottosegretaria Bellanova ha specificato che, a fronte di segnalazioni di eventuali anomalie del sistema, il Ministero del Lavoro intraprende specifiche azioni ispettive volte a contrastare l’uso improprio del programma.

Per quanto ruguarda i ritardi nei pagamenti, la rappresentante del Governo ha sottolineato che sono dovuti alle imprecisioni nella trasmissione dati  da parte delle Regioni e alla dilazione dei tempi di conclusione delle verifiche connesse alla carenza documentale da parte degli enti promotori. Alla fine chi paga il rimpallo di responsabilità tra Ministero, Inps e Regioni sono solo i Neet, sempre  più scoraggiati”- commenta la Ciprini.

“Nel 2014 i neet censiti dall’Istat erano 2 milioni e 415 mila e, ad oggi, gli iscritti al programma in Italia sono 807 mila e di questi solo 485 mila sono stati presi in carico dai centri per l’impiego e da privati accreditati. Cifre bassissime, per gridare al successo. Meglio gridare invece allo sperpero di danaro pubblico. E pensare che il programma garanzia giovani è stato anche dopato con ricorso ai bonus occupazionali da 1500 a 6000 euro per invogliare le aziende a assumere i giovani”- commenta la pentastellata.

“La filiera 5 stelle presente In Umbria a tutti i livelli delle Istituzioni continua a fornire un esempio di buona e fattiva politica”- conclude la deputata Ciprini.

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Cosa sono i NEET? Li chiamano, con un acronimo inglese, Neet. Sono i giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono iscritti a scuola né all’università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. “Not in Education, Employment or Training”. Nel nostro Paese sono oltre due milioni, il 21,2 per cento della popolazione nazionale di riferimento: un esercito immobile di nuovi analfabeti lavorativi. Che ha perso il treno dell’istruzione, che scivola verso i confini del mercato occupazionale, che rischia di non contribuire mai al sistema previdenziale. E pesa come un macigno sulla ripresa economica italiana.



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