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Garbo - Il David Bowie della Brianza

Creato il 05 giugno 2011 da Lesto82

LO SPELEOLOGO

 

di NICOLAS ICARDI

 

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Quando pensiamo alla musica italiana degli anni '80 vengono in mente sempre i soliti personaggi modaioli e piuttosto banali che le radio e le tv propinavano a quei tempi (lo so che è un fenomeno che esiste anche e forse soprattutto oggi, ma tant'è), dimenticandosi spesso e volentieri di artisti che cercavano di andare un po' oltre i soliti schemi triti e ritriti. Garbo, pseudonimo di Renato Abate era uno di quelli. Nato nel 1958 a Milano si fece subito notare con la sua commistione tra pop colto e suggestioni decadenti, sperimentalismo letterario e commercialità radiofonica, ebbe anche un buon successo popolare nella prima metà degli anni '80 per poi diventare una figura di culto nel decennio successivo, molto rispettato dalle nuove generazioni orfane della new wave. Esordisce nel 1981 con "A Berlino...Va Bene", influenzato fin dal titolo dal David Bowie della trilogia berlinese, è forse un disco un po' acerbo, anche per via dell'età del cantante, anche se mostra già le peculiarità stilistiche e i temi cari al giovane musicista: nevrosi sociali, paure di fine secolo, romanticismo morboso e una tecnologia in continua evoluzione che fa da sfondo onnipresente alle canzoni. Con il successivo album "Scortati"(1982) si nota già la maturazione dell'artista con un'apertura verso sonorità internazionali, ma è con "Fotografie"(1984), un'antologia con alcuni brani rivisitati in chiave differente rispetto alle versioni originali, che arriva la consacrazione. Dal disco è estratta la fortunata "Radioclima", grazie alla quale vince il premio della critica al Festival di Sanremo. Nel 1985 partecipa nuovamente al Festival questa volta con il brano "Cose Veloci" piazzandosi in ultima posizione, ma conquistandosi un pubblico di fan sempre più consistente Nel 1986 cambia etichetta passa dalla Emi alla Polygram con cui pubblica "Il Fiume" raggiungendo in quel periodo quello che sarà il suo periodo di maggior notorietà con l'omonimo video in rotazione su Videomusic e su Deejay Television e partecipando a diverse manifestazioni canore come il Festivalbar, riscuotendo molti consensi. Nel 1988 è la volta dell'album "Manifesti", anche questo di buona fattura, che contiene il singolo "ExtraGarbo" con cui l'artista fece una delle sue ultime apparizioni televisive al Festivalbar. Alla fine del decennio arriva la svolta con il passaggio ad una etichetta indipendente con cui pubblica nel 1990 "1.6.2." lavoro caratterizzato dalla ricerca di linguaggi inediti sia nella scrittura che nella produzione di brani. Dopo il disco dal vivo "Garbo e il Presidente"(1991), il sempre più pressante bisogno di indipendenza totale porta l'artista alla creazione della propria etichetta discografica, Discipline. La prima uscita è il doppio "Macchine Nei Fiori/Cosa Rimane... Rivisitazioni"(1993) che abbina brani nuovi a riletture aggiornate di vecchi pezzi. L'interesse per filosofie e arti orientali segna profondamente "Fuori per Sempre"(1995) album denso di temi poetici ed esistenziali, uno dei lavori migliori del musicista, che nel frattempo fonda il curioso movimento poetico del Nevroromanticismo insieme a scrittori come Isabella Santacroce, Aldo Nove e Niccolò Ammaniti. Il mai sopito amore per le nuove tecnologie emerge prepotentemente in "Up the line"(1997), mentre con "Grandi Giorni"(1998) l'artista torna ancora una volta alle atmosfere decadenti e alle inquietudini degli esordi. Il musicista si prende ben tre anni prima di pubblicare "Blu" nel 2002, l'album riporta Garbo sui percorsi musicali più melodici e accattivanti dei suoi esordi. Nel 2005 esce l'album "Gialloelettrico" che include il singolo Onda Elettrica (brano scritto insieme a Luca Urbani dei Soerba). L'album segna la collaborazione tra l'artista e musicisti di nuova generazione come Morgan, Boosta dei Subsonica e Carlo Bertotti dei Delta V. E' del 2008 l'ultimo suo album "Come il vetro".


Dalla sua discografia vi propongo 4 pezzi:
"Vorrei Regnare", dall'album "Scortati"(1982) è uno di quei pezzi che fa venire voglia di essere ascoltato più e più volte, new wave sparata, chitarrosa e spumeggiante.
"Generazione" dall'album "Scortati"(1982), può ambire sicuramente al titolo di canzone italiana più bella degli anni '80.
“Cose veloci” dall'album "Fotografie"(1984), è il bellissimo pezzo con cui si è presentato al Festival nel 1985, piazzandosi ultimo.
"Onda Elettrica", dall'album "Gialloelettrico"(2005), singolo apripista, è una cavalcata electro-rock dal ritmo avvincente e con un irresistibile inciso.

 

pagina wikipedia

 

VORREI REGNARE - 1982

 

 

GENERAZIONE - 1982

 

 

COSE VELOCI - 1984

 

 

ONDA ELETTRICA - 2005

 

 

A DOMENICA PROSSIMA...

 


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