“Garbo laughs! La Garbo ride!”, un lancio pubblicitario entrato di diritto nella storia del cinema quello studiato al tempo per un film a sua volta avvolto nel mito, tanto per l’interpretazione di Greta Garbo, la quale offre in una famosa scena la sua prima risata (doppiata), quanto per l’ormai tipico e consolidato Lubitsch Touch, costituito da un notevole senso dello spettacolo ed una grande abilità nella direzione degli attori.
Un personale percorso creativo, volto ad elevare a stile grazia e leggerezza, non disgiunte da una certa profondità, il quale ha rappresentato una felice costante nella produzione di Lubitsch, distante dalle esperienze espressioniste proprie del cinema della sua terra d’origine. Il regista, naturalizzato statunitense, era infatti nato a Berlino, nel 1892, e dopo una serie di esperienze come attore e regista si trasferì ad Hollywood nel ’23, chiamato da Mary Pickford, perché la dirigesse in Rosita.
Ma l’aria della capitale europea si rivelerà presto apportatrice di inedite tentazioni e così la citata granduchessa, qui in esilio, si servirà del suo amante Léon (Melvyn Douglas) per impedire la vendita, anche se i piani di quest’ultimo per irretire i tre emissari, fra agi e lussi loro sconosciuti, saranno sconvolti, almeno inizialmente, dall’arrivo di un inflessibile commissario, la compagna Nina Yakushova (Garbo)…
Greta Garbo e Melvyn Douglas
Il restauro del film è stato curato dalla Warner Bros, per concessione di Hollywood Classics, e viene proposto in versione originale con sottotitoli in italiano.Un’occasione per rivedere o scoprire sul grande schermo una commedia elegante (la splendida scenografia di Cedric Gibbons, esaltata dalla fotografia di William Daniels) e sagace, dove una certa malizia appare mitigata da una sottile, beffarda, ironia. Al riguardo è sufficiente citare “il grido di rivolta” espresso da una Ninotchka ormai convertita: “Compagni! Compagni, la rivoluzione è in marcia, le bombe cadranno, la civiltà occidentale crollerà a pezzi. Ma per favore, non adesso”. Più che il partito poterono l’amore e lo champagne …
Del film, che resterà in programmazione sino al 28 Gennaio, insieme ad altri titoli di Lubitsch, i quali andranno a costituire una rassegna curata dalla Cineteca, è stato girato un remake in forma di commedia musicale nel ’57, La bella di Mosca (Silk Stockings, Rouben Mamoulian), con Fred Astaire e Cyd Charisse, mentre del ’92 è la parodia a fumetti proposta dal settimanale Topolino (Novembre-Dicembre, n. 1929, 1930, 1931 e 1932), Ciao Minnotchka!, scritta e disegnata da Romano Scarpa.