Con la sola eccezione dell’alta cucina (qualsiasi cosa voglia dire la definizione), a volte autoreferenziale, tutte le altre creano e vivono di atmosfere ed è proprio questa la magia della cucina, dove all’esperienza sensoriale si affianca quella evocativa. Proprio per il suo potere evocativo la prima cucina che abbiamo provato resta quella del cuore e nessun’altra è in grado di soppiantare. Poco importa se raffinata o grezza, ricca o povera. Razionalmente possiamo anche decidere che un’altra cucina sia migliore della nostra, più ricca, più elaborata, ma questo resta un giudizio che coinvolge si i sensi, ma mancandogli la componente evocativa e quindi emozionale, diventa un giudizio mentale. E’ proprio per questo che i piatti che si mangiano in una vacanza diventa impossibile replicarli identici in casa o anche nel miglior ristorante etnico della città. Anche se gli ingredienti e le tecniche sono quelli giusti, manca l’atmosfera, l’atmosfera che ti fa bere l’ouzo in Grecia ma in Italia no. E quando decidi di berlo cerchi di replicare un’atmosfera greca, immaginando di essere in un ouzerì o una taverna da qualche parte in Grecia.Ci vuole tempo, adattamenti e aggiustamenti perché un piatto di un certo paese possa diventarne parte integrante della cucina di un altro. E io da molto tempo ho smesso di redarguire i miei connazionali quando nella carbonara ci mettono la panna o quando sbattono il formaggio sugli spaghetti con il tonno, avendo finalmente capito che l’originale è solo uno. Tutto il resto è una replica da intrepretare a soggetto.
La ricetta, molto in voga negli anni 80-90 insieme all’ astakomakaronada (spaghetti all’astice), l’ho vista in questo bel blog e avendomi risvegliato dei ricordi ho deciso di farla a modo mio. Il mio connazionale ha usato il liquore di mastiha skinos anziché l’ouzo, inoltre ci ha marinato i gamberi. Essendo il mio liquore di mastiha casalingo e abbastanza dolce, non mi sono fidata e non l’ho usato, ma mi sarebbe piaciuto provarci!
Ingredienti:- 100 gr. di gamberetti- 4 – 5 o più gamberi grandi- 1 cipolla tritata- mezzo peperone giallo tagliato a dadini piccoli- 1 scatola di pomodori pelati- una tazzina da caffè di ouzo- 4 cucchiai di olio evo- sale- peperoncino piccante a piacere- prezzemolo tritato- 160 gr. di linguine o altra pasta a lunga piacimentoProcedimento:Lavare gamberi e gamberetti, asciugarli e staccare a tutti la testa. Dai gamberetti staccare il carapace e la coda e tenere da parte teste e carapace. Versare l’olio in una padella e quando si sarà scaldato friggere per un minuto per lato i gamberi. Toglierli dalla padella e friggere per un minuto in totale i gamberetti. Togliere anche questi dalla padella e sistemare tutti in un piatto. Abbassare la fiamma e nella stessa padella soffriggere la cipolla. Quando sarà appassita aggiungere il peperone e il peperoncino e cuocere per qualche minuto, finchè non ammorbidisca. Aggiungere i gamberi e dopo un paio di minuti sfumare con l’ouzo. Dopo qualche minuto, versare i pelati schiacciati con la forchetta e il prezzemolo e cuocere a fiamma bassa per una quindicina di minuti e comunque finchè il l’acqua non asciughi.Prendere le teste e i carapaci dei gamberi e metterli in un sacchetto di garza. Versare abbondante acqua nella pentola dove si andrà a lessare la pasta e buttare dentro il sacchetto di garza. Quando l’acqua comincia a bollire, salare e lasciare che bolla per dieci minuti. Togliere il sacchetto e buttare la pasta. Lessarla e toglierla con il forchettone un minuto prima del completamento. Buttarla nella padella con la salsa a finire la cottura girando delicatamente. Spargere sopra un poco di prezzemolo tritato e servire.
Per creare qualche spigolo a un piatto rotondo, se ho dei limoni verdi, grattugio SOLO nel mio piatto un poco di scorza ma questo è un mio vezzo. I miei commensali puntualmente rabbrividiscono!