
Poi puntavo a rivalutare Milito, uno dei pochissimi che in Italia sposta davvero gli equilibri. Con Eto’o-Milito-Palacio ero pronto a sfidare il mondo. Invece la società puntava su Sanchez, Tevez, Lavezzi, gente poco accessibile. Eto’o, infine, partì e arrivarono Forlan e Zarate, gente diversa da Palacio e che toglieva spazio a Coutinho e Castaignos. Il presidente mi parlò anche della possibilità di riprendere Balotelli, ma mi disse che eravamo solo noi due a volerlo: non bastava?”.






