Il natale di quest’anno, per la ‘povna, si configura parzialmente come un hapax. Complici infatti degli impegni di lavoro, Mr. e Mrs. Mifflin saranno a Roma, per le feste comandate. Dunque, per la prima volta da che non esiste più la casa del paese-che-è-casa, la ‘povna passerà la vigilia con mamma ‘povna, così come, ovviamente, il successivo 25 (quando le raggiungeranno nella città della stazione nota anche Thelma e il gatto Semolino). I suoi viaggi la porteranno poi un po’ più a sud, il 28 di dicembre, per una coda di natale tardivo insieme a Mr. e Mrs. Mifflin, in attesa poi di salire, il 30, come sempre, finalmente al nord.
Come ha già raccontato altre volte, i loro menu festivi non sono mai, per fortuna, tendenti all’eccesso. Molto curati (nella forma: tovaglie, posate, piatti sono quelli di nonna ‘povna, e si è detto già tutto), pieni di delikatessen, ma per fortuna non pongono l’idea del mangiare senza soluzione di continuità come base fondante dei giorni di natale.
Così per il 24 sera è stato deciso di fermarsi a un paio di antipasti e una torta salata verdurosa, e niente altro. E mentre mamma ‘povna si occupa della parte crostini della faccenda, la ‘povna si è presa il compito di allestire il verdurame.
Così ha preso un cavolfiore medio, cinque patate adatte, e li ha messi a bollire in due separate pentole. Nel frattempo, ha preparato una bechamelle, avendo cura di lasciarla abbastanza liquida. Quando le verdure erano pronte, le ha scolate, e la ha messe in due cofane.
Le patate le ha accomodate, schiacciandole a puré, con un poco di burro (non più di 50 grammi), sale, pepe, il pecorino che le aveva lasciato Giovol dalla carbonara della domenica, un goccio di latte e un po’ di bechamelle; il cavolfiore invece, sminuzzato finemente, solo con sale, pepe e ancora bechamelle a legare.
Poi ha preso una teglia grande, ha messo prima uno strato di puré, poi uno di cavolo, quindi ancora uno di patate. In cima bechamelle a guarnire e il restante formaggio, pepe macinato fresco e ancora un goccio di latte.
Ha infornato a 180 gradi per una mezz’oretta, poi a 200 per ancora dieci minuti (ma sono cose che si fanno a occhio), infine, con prudenza, due o tre minuti di grill.
Il risultato è un pasticcio croccante multistrato dal profumo buonissimo, che la ‘povna assaggerà a tempo debito, e di soddisfazione sicura.