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Gatto Blu: Venticinque Anni di Comicità

Creato il 12 febbraio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Andrea Grasso 12 febbraio 2014 

Gatto Blu: Venticinque Anni di Comicità

Non ci posso credere! Ebbene sì: nonostante lo scetticismo, è proprio questo il titolo del primo spettacolo che inaugura la nuova stagione della rassegna, stavolta intitolata Come prima… più di prima!, organizzata dal Gatto Blu alla Sala Hárpago di Catania; spettacolo che ha per protagonista la stessa compagnia organizzatrice, costituita da Gino Astorina, Luciano Messina, Nuccio Morabito, Pippo Marziale e Francesca Agate, che per dieci serate hanno proposto agli abbonati la loro ultima fatica, approfittandone per celebrare i propri venticinque anni di carriera: un mosaico di vari sketch, tra loro indipendenti, in cui, se proprio volessimo trovarvi un filo comune, ricorrono i modi più grotteschi del nostro vivere quotidiano; ma stavolta c’è anche un pizzico di autocelebrazione. Iniziamo dal primo aspetto: cosa c’è di più grottesco che raccontare, con iperboli ed esagerazioni che però al netto degli intenti parodistici potrebbero sembrare aneddoti verosimili, quello che succede ai pazienti degli ospedali siciliani? Il paziente interpretato da Morabito lo sa bene, visto che in quell’ospedale ci ha trascorso parecchie degenze e molteplici operazioni, e l’infermiere zoppo Astorina conosce ormai tutte le sue debolezze e su queste si basa per tranquillizzarlo o per prendersi gioco di lui.

Gatto Blu: Venticinque Anni di Comicità

Inoltre, ad ognuno di noi che si sia ritrovato alla stazione ad aspettare un treno, sia che fossimo viaggiatori o accompagnatori di qualcuno in procinto di partire, sarà capitato di trovare un passeggero che nell’attesa cerca di attaccare bottone con gli altri; in questo caso Gino Astorina, già imbarcato sul treno per Roma e affacciato al finestrino con la possibilità di colloquiare con chi è ancora sulla banchina in attesa di altri treni, supera ogni rosea immaginazione, e con notevoli doti di psicologia spicciola riesce a cogliere in poche battute di conversazione i punti deboli dei suoi interlocutori e li sfrutta per prenderli in giro e fare loro scherzi di più o meno cattivo gusto; a condire gli sfottò del furbo e ilare passeggero ci si mette pure l’altoparlante della stazione, che di tanto in tanto diffonde strani ed equivoci annunci! Persino quando entra in scena la Agate, ovvero un’insegnante barese con parecchi bagagli da salire in carrozza, lo spirito goliardico non riesce a cedere il posto alla galanteria. Come dicevamo c’è anche un secondo filo conduttore: infatti, l’immancabile monologo/dialogo col pubblico del capocomico Astorina è, fra una battuta e l’altra sui recenti fatti di cronaca e politica, celebrativo della carriera del gruppo. Vengono narrati alcuni aneddoti esilaranti accaduti anni fa con protagonisti singolari personaggi del pubblico e altri vissuti dal Gatto Blu ai suoi esordi, quando dovevano accontentarsi di esibirsi in una sala molto più piccola adiacente ad una casa di appuntamenti, vicinanza che ha generato qualche equivoco ai frequentatori di entrambi i luoghi.

Gatto Blu: Venticinque Anni di Comicità

Ma l’apice della celebrazione si consuma nello sketch d’apertura, in cui ci troviamo proprio alla Sala Hárpago e Nuccio Morabito, nel ruolo di maschera (che gli è abituale anche nella realtà), accoglie una coppia di spettatori in procinto di assistere proprio ad una performance del Gatto Blu; le situazioni comiche non mancano, soprattutto quando i due avventori fanno gli schizzinosi e pretendono un po’ troppo, ma per i presenti assumono un sapore tutto particolare in quanto vengono percepite come una bonaria presa in giro nei loro confronti. Ciliegina sulla torta, i due finti spettatori lodano sperticatamente i due veri attori a loro corrispondenti (cioè se stessi), denigrando gli altri del gruppo; dunque una presa in giro nella presa in giro e una celebrazione a tutto tondo, dove oltre alla compagnia si omaggia anche il pubblico, sempre messo al centro dell’attenzione. Non possiamo quindi che augurare altri venticinque di questi anni al Gatto Blu!

Fotografie di Andrea Grasso

     

     

     


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