Il mondo dei vini senza solfiti aggiunti sembra incredibilmente in espansione, tanto che ho trovato molte case vinicole sugli scaffali di un mega ipermercato del biologico vicino casa.
Mi ha incuriosito questo Gavi DOCG 2010 del Castello di Tassarolo, ancora memore della mitica bevuta del Gavi biodinamico di Giordano qualche tempo addietro.
E devo dire subito che il paragone è improponibile. Questo Gavi è ben profumato con sentori di pesca, ma non mi ha convinto molto il gusto, senza evoluzione e con un retrogusto di amaro, anche dopo averlo bevuto la sera dopo.
Andando a sbirciare sul sito del produttore, vedo che hanno prodotto Gavi di parecchie annate e avuto anche dei riconoscimenti, ma, come ripeto, a ricordo del Gavi biodinamico, questo 2010 non mi è piaciuto un granchè.
E qui si pone la questione del vino senza solfiti, di cui abbiamo parlato su twitter con amici, alcuni produttori, altri blogger.
Perchè vorrei ricordare che il vino sviluppa comunque SO2 naturalmente quindi ce n’è dentro e che la lavorazione in cantina di solfiti aggiunti dà al vino molta più stabilità, l’importante è non esagerare e farlo solo nello stretto necessario.
C’è veramente quindi la necessità di buttarsi in questo mercato di nicchia del bio senza solfiti aggiunti (che poi tanto nicchia non è, dato che oramai si trova anche nella GDO), se poi i risultati non sono comunque eccellenti? Attendo i vostri commenti per una sana discussione.
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