Gay, la barbarie dal volto pidiellino

Da Albertocapece

Spesso mi sono chiesto quali siano gli ingredienti fondamentali della barbarie berlusconiana, cosa la distingua da altre forme di inciviltà e di rozzezza. Ma la vicenda del sindaco pidiellino di Sulmona, tal Fabio Federico, secondo cui l’omosessualità è un’aberrazione, ci dà qualche indizio per seguire le tracce di questa antropologia italiana.

Il primo cittadino della città abruzzese, che oltretutto è un medico, ha fatto delle dichiarazioni grossolane su gay e lesbiche che sono uscite in un video su You tube. Ma ora pur ribadendo tutte le sue tesi ed esprimendo una fede intatta e cristallina in esse, pretende che il video sia tolto. Ecco dunque la prima caratteristica: è una barbarie codina e codarda. E’ la rozzezza acquisita da chi si rifugia in un piccolo ambiente e senza una massiccia dose di pregiudizi si sente mancare il terreno sotto i piedi. Sono barbari che si rifugiano dentro la fortezza Bastiani, per proteggersi contro la civiltà che ha come sua caratteristica l’apertura mentale. Ma ahimè i civilizzati non arriveranno mai da quelle parti.

Il secondo elemento lo rintracciamo nel merito di ciò che dice. E dunque il “medico”, il sindaco, l’ometto, il tutto frullato assieme ci dicono cose illuminanti: ”Se hai degli ormoni maschili e un genoma maschile, fai il maschietto. Il contrario è fuori natura”. E ancora “Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di scelte fatte per un gusto personale.”

E facile vedere come questi ragionamenti  contraddittori e contorti che uniscono sincreticamente vaghi ricordi di studio al machismo dei bar di periferia, è una specie di protezione contro la realtà, un talismano per dare alla barbara omofobia una specie di spiegazione razionale. Se l’omosessualità fosse genetica non potrebbe essere contro natura perché farebbe a pieno parte della natura, allora bisogna dire che è una scelta per gusto personale. Ma come può accadere se ciò fosse contro natura e se gli ormoni definissero il comportamento sessuale?.

Certo non deve essere stata una laurea difficile quella del nostro sindaco, ma ci permette di dire che il secondo carattere di questa barbarie berlusconiana è una certa dosa di ottusità.

Questi due caratteri, queste due stigmate codardia e ottusità sono sufficienti a spiegare il fenomeno e sono sinergiche perché l’impossibilità di fare ragionamenti corretti viene incontro alla necessità – esistenziale si sarebbe detto una volta – di essere completamente ciechi alla diversità. Di non riuscire a vedere e comprendere l’altro da sé se non quando entra nel limitato raggio del pregiudizio. Insomma un po’ come l’occhio della rana che vede solo certe cose. Si ci sono anche i cervelli di rana, cosa che in un essere umano è decisamente deludente. Sarà questione di ormoni?

A meno che il nostro sindaco medico non faccia coincidere l’umanità con l’attrezzatura riproduttiva, cosa che del resto, viste le prestazioni assai scarse del sistema nervoso centrale, non mi stupirebbe.

C’è un terzo carattere ed è l’ipocrisia profonda che permette di separare i comportamenti privati dai giudizi pubblici. Ma quello è un vecchio vizio italiano.  Quello sì contro natura e anche contro civiltà.


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