Di Gabriella Maddaloni. Continua imperterrita la strage di vite a Gaza. L’agenzia palestinese Maan, citando fonti locali, riporta l’uccisione di 5 persone appartenenti alla stessa famiglia nel centro della Striscia, nel sobborgo di al-Zawayda. I 5, di cui 3 bambini, sono periti durante un bombardamento israeliano che ha investito la loro casa. Una delle vittime, Hayat Abed Rabbo Dahrouj, era una donna di 47 anni. L’identità degli altri 4 ancora non si conosce.
Col ferimento di altre 40 persone a Sabra, un sobborgo di Gaza, sale a 10.540 il numero dei feriti dall’inizio di “Confine Protettivo”. L’operazione militare, iniziata lo scorso 8 luglio, ha prodotto finora 2.096 morti palestinesi.
Il sito israeliano Ynet, citando un portavoce militare ebraico, informa che dalla scorsa notte l’aviazione di Tel Aviv ha colpito “una trentina di obiettivi” ritenuti rifugi del braccio militare di Gaza. Tra questi, anche una moschea che veniva utilizzata “per scopi bellici”. Sempre a Gaza, nelle scorse ore sono stati uccisi 7 presunti collaborazionisti di Israele di fronte alla moschea di al-Omari. I testimoni affermano che i presunti collaborazionisti, le cui salme sono poi state condotte all’ospedale di Shifa, avevano il volto coperto.
Le vittime di questa guerra, anche se in misura molto minore, continuano a contarsi anche in Israele. La polizia ebraica riporta infatti l’uccisione di un bimbo israeliano di 4 anni, Daniel Tregerman, nel Neghev occidentale. Il piccolo sarebbe perito a causa di un colpo di mortaio sparato da una scuola dell’autorità palestinese, dove molti sfollati si erano accampati. L’edificio si trova accanto ad una scuola dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati.
Il leader dell’Anp, Abu Mazen, ha fatto un nuovo appello volto alla ripresa delle trattative di pace, rivolgendosi sia ad Hamas, che a Israele: “Il mio principale obiettivo è che riprendano al più presto i negoziati per una tregua (nella Striscia di Gaza, ndr) così da evitare altre vittime e sacrifici. Tutte le parti devono assumersi le proprie responsabilità per fermare il bagno di sangue e arrivare a un cessate il fuoco duraturo”. Tale dichiarazione è stata fatta da Abbas durante una conferenza al Cairo col presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.