Di Gabriella Maddaloni. Non c’è tregua che regga tra Israele e Hamas a Gaza. Così, alla luce di quanto è accaduto ieri – il bombardamento ebraico dell’ospedale a Rafah, l’uccisione di 2 soldati israeliani e il rapimento di un terzo da parte di Hamas – prende la parola il Presidente Usa Obama.
Il Primo Cittadino Usa non ha usato mezzi termini per nessuno: “Hamas è responsabile per la fine del cessate il fuoco. La mia condanna sull’uccisione di due soldati israeliani ed il rapimento di un altro soldato è inequivocabile. Hamas deve liberare senza condizioni il soldato rapito”. Le stesse opinioni sono state ribadite anche ieri dal Segretario Generale Onu Ban Ki-Moon. Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre aggiunto che “sarà molto difficile mettere in atto un altro cessate il fuoco a Gaza, se la Comunità Internazionale non è sicura che Hamas possa rispettarlo”.
L’organizzazione palestinese ha replicato che del sequestro del soldato israeliano non ne sa nulla, anzi ipotizza sia stato ucciso durante un bombardamento israeliano: “Abbiamo perso i contatti con il gruppo di combattenti che ha preso parte all’imboscata e crediamo che siano stati tutti uccisi in un bombardamento. Supponendo che loro abbiano condotto il rapimento del soldato, riteniamo che anche lui sia stato ucciso nell’evento”.
Obama ha aggiunto che non vuole la morte di altri civili innocenti, riferendosi a Israele: “Voglio vedere tutto l’impegno possibile per evitarlo”.
Naturalmente, il fallimento della tregua di ieri ha portato al tragico aumento del numero delle vittime di questa ennesima guerra Israele-Hamas. Fonti mediche locali riportano che sono 110 i palestinesi uccisi ieri dai raid israeliani a Rafah, mentre i feriti sarebbero oltre 350.
I media israeliani informano che i bombardamenti a Rafah, nel sud della Striscia, continuano, e che i militari ebraici sono alla ricerca del soldato sequestrato ieri, nonostante Hamas affermi sia morto. Non solo. Un portavoce militare sostiene che “in 24 ore abbiamo colpito 200 siti del terrore, tra cui anche un centro di sviluppo delle armi collocato nell’Università Islamica”.