GDA ovvero come ti sdoganano il cibo spazzatura

In questi anni si parla sempre più del cibo spazzatura, sempre più messo in relazione allo stato di obesità e della necessità di ridurne i consumo, se non di eliminarlo completamente. Gli occhi sono puntati sulle bibite gasate, fast food, patate fritte, merendine, ecc. Spesso non è facile individuare questi junk food perché abilmente mascherati da campagne pubblicitarie ingannevoli o da confezioni ammiccanti.

Per fortuna sulle confezioni ci sono gli ingredienti e la tabella nutrizionale che ci possono aiutare a capire se un alimento può essere dannoso alla salute. Purtroppo la maggior parte delle persone si limita a guardare il lato A della confezione dove il produttore da il meglio di se e tralascia il lato B dove invece dovrebbe prestare maggior attenzione.

Ma per fortuna l’industria alimentare con uno slancio di generosità ci viene in aiuto per farci capire quale alimento è meglio e introduce nelle etichette il GDA.

Il GDA (Quantità Giornaliere Indicative, da Guideline Daily Amounts) indica in percentuale il contenuto di zuccheri, proteine, grassi, grassi saturi, sale, fibre, rispetto alla necessità giornaliera che apporta quel prodotto. In parole povere il consumatore guardando l’etichetta sa velocemente che mangiando quel prodotto avrà coperto ad esempio il 20% delle calorie, 30% di zuccheri, 25% proteine, 40% di grassi necessari nella giornata.

Con questo semplice modo annotando su un foglietto questi valori e facendo la somma alla sera, si saprà se oggi abbiamo mangiato correttamente oppure no. Un problema potrebbe nascere se durante la giornata si mangia qualche alimento che non riporta le indicazioni DGA come un panino, un pezzo di pizza, un frutto, un bicchiere di vino, una fetta di prosciutto o un pezzo di formaggio, la somma serale potrebbe non essere precisa. E poi chi ha stabilito quali sono le quantità di cui ho bisogno giornalmente, chi ha fatto la mia dieta ?? Come fanno a sapere se sono uomo, donna, bambino, alto, basso ? Un sospetto inizia a insinuarsi nella mia testa quando vedo che molte confezioni di cibo spazzatura hanno questo tipo di etichetta e viceversa non la trovo nei prodotti di qualità.

Le GDA sono state originariamente sviluppate dall’Institute of Grocery Distribution (IGD fornisce informazioni, conoscenza e ricerca all’industria alimentare) nel 1998 e successivamente rielaborate da un gruppo di lavoro europeo della CIAA (Confederazione europea delle Industrie di Alimenti e Bevande – Confederation of Food and Drink Industries of the EEC). Insomma è come se GDA le avessero ideate il gatto e la volpe e perché il gatto e la volpe avrebbero dovuto ideare le GDA ??

Tutti i nutrizionisti si sgolano nel dire di non consumare bibite gasate perché sono caloriche e piene di zucchero ma se sulla lattina leggo che quella bevanda apporta solo il 5% delle calorie di cui HO BISOGNO e contiene solamente il 29% di zuccheri di cui HO BISOGNO, be allora quella bevanda non fa così male come dicono anche perché mi apporta sostanze di cui HO BISOGNO e in misura apparentemente anche modesta.

Se guardiamo le GDA delle patatine fritte di una nota ditta di fast food vediamo che una porzione apporta il 17% delle calorie di cui HO BISOGNO, il 15% di carboidrati di cui HO BISOGNO, il 26% di sale di cui HO BISOGNO, 25% di grassi di cui HO BISOGNO. Insomma se il cibo spazzatura mi apporta sostanze di cui ho bisogno vuol dire che proprio spazzatura non è. Questo è il messaggio che il gatto e la volpe sono riusciti a far passare con la complicità delle istituzioni che consentono l’utilizzo di questo tipo di etichetta.

Personalmente lo ritengo uno scandalo, di fronte a una situazione di obesità drammatica dove tutti si dichiarano in prima linea nella lotta (istituzioni e industria alimentare compresa), l’impiego di queste etichette è una vera presa per il culo. Ops.. scusate non si dice culo.

ps.

Se volete divertirvi con il calcolo delle GDA di una nota catena di fast food vi rimando a questo link e buon appetito.