Pare che uno dei pilastri fondamentali di Mario Monti sarà l’innalzamento dell’età pensionabile. Cominciano a farsi più concrete le proposte di riforme relative al sistema pensionistico, che dovrebbero essere rese pubbliche a giorni. Sarebbe allo studio un aumento della soglia minima d’età dopo la quale è possibile chiedere il pensionamento per anzianità. Attualmente per avere diritto alla pensione sono necessari 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Il minimo dovrebbe, secondo indiscrezioni, raggiungere i 43 anni di contributi. La nuova ipotesi di adeguamento dell’età (che equiparerebbe il settore maschile a quello femminile) potrebbe partire già l’anno prossimo per concludersi nel 2016, o al massimo nel 2020.
Il domandone: Il governo alzerà ancora l’età pensionabile, perché tutti devono fare sacrifici. Lei è d’accordo o è stanco di essere chiamato “tutti”? La risposta degli italiani
L’opinione di Don Gallo:” Vogliono convincermi che solo colpendo i lavoratori o le lavoratrici, che risolvono il problema dell’economia mondiale. Ma non è possibile, toccare le pensioni, lasciateli in pace, pensa uno che ha lavorato nelle fonderie? Ma questa gente qui, che mette queste disposizioni, ti dico, non ha mai lavorato”!
Forse chi ci governa non sa che le giovani donne e i giovani uomini di oggi hanno lavori così precari e mal pagati che non possono neppure sognarsi di andare in pensione con i contributi e se si deve attendere l’anzianità, si deve sperare di arrivarci in buona salute, visti i costi della sanità. Non è solo questione di lavoro quello che il tema delle pensioni mette a fuoco, come sappiamo bene, ma della qualità della vita e delle relazioni umani, prodotti non scambiabili sul mercato ma beni irrinunciabili. E non parlate di uguaglianza, in questo caso, visto che le donne svolgono, gratuitamente, tra le mura domestiche, parecchi ruoli, dall’assistenza sanitaria all’educazione, dall’alimentazione al risparmio energetico. Lavoro sostitutivo di servizi sociali inesistenti, lavoro di cura dei figli e degli anziani, che non è servizio per sé ma rientra nella produzione di ricchezza umana, di quel bene chiamato “famiglia”. Pensioni, spesso largamente insufficienti al sostentamento e che non riconoscono nemmeno per nome il lavoro nascosto nella vita domestica delle casalinghe. Le donne hanno spesso alle spalle percorsi lavorativi più discontinui di quelli dei maschi, proprio per il loro impegno nel lavoro di cura, in particolare per la maternità.