I più anziani ricorderanno sicuramente gli esordi di Thierry Mérigout come batterista nei Kas Product. Dopo quella fugace esperienza, creò – nella seconda metà degli anni Ottanta – il progetto Geins’t Naït, a cui si sarebbe unito Laurent Petitgand: cantante, polistrumentista, nonché attore, soprattutto per Wim Wenders.
Nel 2011, dopo quasi vent’anni di silenzio, tornarono con Si J’avais Su, J’aurais Rien Dit. Ora ci han preso gusto e vogliono dire (Je Vous Dis) ancora qualcosa di interessante. La copertina in stile Bauhaus è ingannevole, non troverete né dark e né post-punk, piuttosto un assemblaggio di sonorità che vanno da un leggero rumorino di smerigliatore da falegnameria, da atomi di acciaio da coltelleria che interagiscono con quelli da cristalleria, suadente ambient, sofisticata new-age e perfino qualche riflesso gitano (“Reste Á La Fenêtre”). L’introduzione, però, mostra un disco assai sensuale, dove l’erotismo à la Emanuelle si confonde con il miglior polar-noir: pizzica, morde, accarezza e sussurra parole dolci che sanno di burro e miele, poi diventa triste come una candela che sta spegnersi (“Iroshima”). Prima di concludersi con ritmiche pneumatiche e industriali, acide e nocive, insomma, da età del bronzo, da meccanica popolare (leggasi Mecanica Popular, “La Edad Del Bronce”, 1984), si francesizza manifestandosi attraverso un sublime intermezzo che oscilla tra la miglior chanson (dove i francesi sono maestri) e il trip-hop (“Je Vous Dis”).
Album che, nel suo apparire così semplice, si dimostra ben strutturato e oltremodo filigranato. A qualcuno interesseranno questi suoni al cioccolato bianco ricoperti di glassa al pistacchio, ma per poveracci come il sottoscritto, a cui ormai rimangono solo pochi neuroni e malfunzionanti, rimangono degli ascolti davvero complicati.
Tracklist
01. Balla
02. Explo
03. Iroshima
04. Reste à la fenêtre
05. Je vous dis
06. Jm Massou
07. kkkk
08. SMOSN
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