Assecondo i tuoi passi, nella curva esagonale dei tuoi desideri, la spietata lotta tra il pianto e la pace. Urlo di parole è la voce sgozzata, nei silenzi tombali dell’asservire.
Abbellisco di sorrisi di carta il volto segnato da rughe di passato e ricordi – distanti ma vivi e incedo nel peccaminoso inginocchiarsi ai tuoi piedi, il capo mai chino, ma di delizia e piacere sempre in attesa, mai pago, mai sazio, mai.
Quale scelta migliore del tacere?
Chiara