Intrighi di anime
Un giallo decisamente atipico questo Gelo (per i bastardi di Pizzofalcone) di Maurizio De Giovanni. Un poliziesco dove la trama e la ricerca dell'assassino delle due vittime, peraltro fratello e sorella, passa in secondo piano rispetto alla descrizione dei personaggi, alle loro storie, ai loro intrighi interiori. E così mentre l'identità del truce killer può essere immediatamente presunta da un attento lettore, molta più attenzione e suspense attirano le vicende intime dei protagonisti, gli investigatori (bastardi) di Pizzofalcone. Vicende personali di matrimoni falliti, perduti, risolti come incontri sul ring. Storie di matrimoni sognati o mai realizzabili per incapacità di comunicazione o per paura di ferire, preferendo un banale e semplice ' apparire' a un più impegnativo 'essere'. Fobie e fissazioni di presunti suicidatori creano incontri e amicizie risolutrici. Alla fine il lettore sarà attirato più che all'epilogo delle indagini alla conclusione delle loro traversie interiori. L'incipit e il capitolo finale valgono da soli il prezzo di copertina. Un inizio col botto, un pugno allo stomaco che lascia senza fiato e un finale dove per ognuno traccia delle linee, dei punti focali del carattere che mi hanno lasciato spiazzato, indeciso e con una lacrima a bagnare le rughe. Un passo, nel capitolo finale, mi ha lasciato letteralmente senza parole: Bisogna stare attenti al freddo. Perché il freddo, alla lunga, entra nelle ossa e si insinua nelle anime. E quando si insinua nelle anime, le cambia; secca le sorgenti del sorriso, riempe col ghiaccio i vuoti che prima consentivano di passeggiare sull'orlo dei sentimenti, incantandosi di fronte al panorama. State attenti al freddo. Credo, senza ombra di dubbio, uno dei romanzi più belli che ho avuto il piacere di leggere. Teino 15 febbraio 2015