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Gemelline Schepp: organizzazione italo svizzera dietro il rapimento? In Campania?

Creato il 09 maggio 2014 da Yellowflate @yellowflate

20140508_gemelline_schepp.jpgNe ha parlato l’altra sera la nota trasmissione Chi l’ha visto. Le gemelline svizzere A  lessia e Livia Schepp,  potrebbero essere state nascoste in Campania esattamente in una villa di Conza della Campania.  Un mese dopo la scomparsa delle gemelline la polizia pare avesse controllato   una villa dell’Alta Irpinia, in seguito ad una testimonianza.

Sembra plausibile, secondo quanto indagato dalla troup di Chi l’Ha visto che le due gemelline siano stata rapite da una organizzazione criminale italo svizzera. Lo avrebbe sostenuto anche un frate svizzero che, raccolta la confessione, avrebbe su suggerimento di un legale, contattato la Polizia Italiana. Così si leggeva in quella lettera: 

Le bambine sono trattenute da quattro pericolosi uomini svizzeri. I criminali viaggiavano a bordo di un’autovettura immatricolata in Svizzera, di colore scuro. Io possiedo queste informazioni tramite un anziano di Sion, in Svizzera. Non so, però, se lui mi ha raccontato tutto. Il 19 febbraio le bambine hanno lasciato la loro prigione di Arnaccio (provincia di Pisa, ndr) per Andretta (provincia di Avellino, ndr). A sud di Andretta c’è un grande lago, la casa dove si trovano le bambine è a sud del lago e non troppo lontana dal lago. La casa è recente, si trova all’interno di una grande proprietà. Vi è un muro di cinta che circonda la proprietà. C’è una piscina piena d’acqua. La casa è di proprietà di una società italiana. I rapitori si sono rifugiati in questa casa. Non è possibile vedere dall’esterno se qualcuno passa. Attenzione, loro sono molto pericolosi, violenti, sono pronti a morire. Domenica 27 febbraio Livia ed Alessia erano vive, ma loro si comportano molto male, loro stanno molto male. Fate presto. Quando avrete trovato le bambine contattatemi, vi dirò il perché. Solamente la polizia italiana, però. Perché è necessario che le bambine e la madre non facciano immediatamente ritorno in Svizzera”.



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