Fabrice Luchini è perfetto nel ruolo di inetto, ovvero di Martin, parigino bohémien che ha mollato tutte le sue ambizioni letterarie, ma non la sua fantasia, e ora fa il panettiere di qualità nella provincia francese(Normandia). Non poteva essere che lui il protagonista di ‘Gemma Bovery’, commedia brillante colta e amara della regista lussemburghese Anne Fontaine che ha avuto l’onore ieri di essere film d’apertura della 32/ma edizione del Torino Film Fest. Tutto giocato sulla singolare coincidenza dei nomi, il film, che sarà in sala a gennaio con le Officine Ubu, racconta le disavventure sentimentali di una giovane donna, Gemma Bovery (Gemma Arterton). Per Martin panettiere esperto in letteratura romantica ottocentesca, non è affatto un caso l’arrivo dei nuovi vicini, una coppia di inglesi che si chiamano Gemma e Charles Bovery. Colpito dall’assonanza dei nomi con quelli dei protagonisti di Madame Bovary, il panettiere comincia subito a fantasticare su quella stupenda creatura, con forti venature di tristezza, che è Gemma. E va detto che la donna offre più di un motivo per ricordare madame Bovary e le sue inquietudini di borghese insoddisfatta. E questo fino a un sorprendente e originale finale. Gemma Bovery è ispirato all’omonima graphic novel del 1999 di Posy Simmonds, autrice di Tamara Drewe, da cui Stephen Frears ha tratto un film nel 2010, interpretato dalla stessa Arterton.
Fonte ANSA