Apprendo con un certo sgomento delle prese di posizione di alcuni gruppi di genitori cattolici sul pericolo della cosiddetta “Teoria Gender” che, come ben descritto da Wikipedia, si riferisce essenzialmente
al genere in cui una persona si identifica (cioè, se si percepisce uomo, donna, o in qualcosa di diverso da queste due polarità) e viene utilizzato in alcune correnti della sociologia sviluppatesi negli Stati Uniti d’America a partire dagli anni settanta. L’identità di genere non deriva necessariamente da quella biologica della persona, e non riguarda l’orientamento sessuale.
Tradizionalmente siamo portati ad identificarci uomini o donne basandosi esclusivamente sull’aspetto esteriore e sull’organo genitale, senza considerare l’aspetto mentale e caratteriale che contraddistingue, inequivocabilmente, ognuno di noi.
A seguito dell’emancipazione sociale che si vive dagli anni 80-90 in poi, quando probabilmente a causa della diffusione dell’AIDS balzò agli onori delle cronache la presenza di una “comunità gay” più o meno presente in ogni paese del Mondo, parole come “gay” o “lesbica” sono entrate nel vocabolario comune, spesso con una connotazione offensiva e, comunque, negativa.
Negli anni vi è stata una fetta di sedicenti esperti che, forse supportati dalle associazioni religiose, da sempre fortemente in contrasto con coloro che vengono additati come “malati”, hanno diffuso la convinzione che da tali peculiarità sessuali si potesse guarire, come se, appunto, vi fosse una dicotomia netta tra gli eterosessuali e gli omosessuali: normali i primi, anormali i secondi.
In realtà, senza voler entrare nello specifico e considerando la complessità della questione, ritengo che non vi sia alcuna “anomalia” ma che, come per mille altre preferenze o “gusti”, anche questo aspetto rientri nella vita privata dell’individuo e, quindi, fino a che non sconfina in comportamenti vietati dalla legge (penso, ad esempio, a deviazioni criminali come la pederastia o pedofilia), debba essere non solo accettato ma anche tutelato.
Ovviamente il rispetto dell’individuo, nelle sue innumerevoli sfaccettature, deve essere introdotto nella cultura di un Paese anche attraverso la scuola e così, davanti al pericolo che nelle aule si senta parlare di “omosessualità”, di figli con due padri o con due madri e di amore tra persone dello stesso sesso, si assiste all’arroccamento delle associazioni cattoliche che, paventando il pericolo dell’indottrinamento e della corruzione (e perdizione) morale dei propri figli, arrivano addirittura a concepire un decalogo su come identificare e difendersi dalla teoria Gender, una specie di Malleus Maleficarum contemporaneo dove si legge:
Cosa fare prima di scegliere la scuola per i vostri figli 1. Prima dell’iscrizione verificate con cura i piani dell’offerta formativa (POF) e gli eventuali progetti educativi (PEI) della scuola, accertandovi che non siano previsti contenuti mutuati dalla teoria del gender. Le parole chiave a cui prestare attenzione sono: educazione alla effettività, educazione sessuale, omofobia, superamento degli stereotipi, relazione tra i generi o cose simili, tutti nomi sotto i quali spesso si nasconde l’indottrinamento del gender. Ricordatevi che i genitori sono gli unici legittimati a concordare e condividere i contenuti di una seria e serena educazione alla affettività dei per i loro figli , rispettandone la sensibilità nel contesto del valore della persona umana.
Occhio pertanto alle “parole chiave” che potrebbero lascia supporre un vole indottrinamento della propria prole: sia mai che mio figlio scopra da un insegnante come si fanno i bambini (molto meglio che ce lo racconti un compagno di scuola, magari più grande…) !
Ma andiamo avanti:
4. Visitate spesso il sito internet della scuola per verificare che il gender non passi attraverso ulteriori lezioni extracurricolari (es. Assemblee di istituto o altre attività straordinarie ).
Suggerisco a tal proposito di attivare un Google Alert con specifiche parole chiave: controllare interi siti web, soprattutto della pubblica amministrazione, può non essere compito da poco !
Il tutto prosegue con consigli più o meno ovvi, ma la chicca si trova sul finale:
12. Custodite i vostri figli, alleatevi con loro , fornite loro fin da ora un adeguato supporto formativo e scientifico in base alla loro età così da proteggerli e prepararli a fronteggiare la teoria del gender. Spiegate loro il perché di ogni vostra azione, coinvolgendoli nelle scelte della famiglia. Fate in modo che non si sentano mai soli in ogni vostra iniziativa, ma coinvolgete anche altri genitori e conseguentemente anche altri loro compagni di classe. L’unione fa la forza. Anche in questo caso.
Genitori ! Alleatevi a fronteggiare la teoria del gender ! E siate pronti, come purtroppo accade anche per i bambini di colore o di razze diverse, ad insegnare a vostro figlio che lui è superiore e gli altri, soprattutto se scuri di pelle, “froci” o -peggio che mai !- rumeni, devono sottostare alle vostre bizze e magari malmenati, vilipesi ed emarginati. Che la fama del macho latino non venga intaccata da queste future schiere di “genderiani” sempre pronte a svilire la virilità del vero maschio italico !
Tragica ironia, perché le pagine delle cronache nostrane sono piene di vittime del bullismo provocato proprio dall’oscurantismo contemporaneo:
Tentato suicidio Istituto Nautico Colonna: “Deriso perchè gay”
Omofobia, giovane di 21 anni suicida a Roma. In una lettera spiega: “Sono gay”
Suicida perché gay, l’amica del cuore: «Era tormentato da un gruppo di bulli»
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Non si trovano, per quanto le si cerchi, vittime dell’indottrinamento da “ideologia gender”. E allora, alla luce dei fatti, chi è il responsabile morale di queste tragedie ?