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Termine coniato a seguito del neologismo “green washing“, il gender washing indica il tentativo da parte delle aziende di lavare la propria immagine con campagne pubblicitarie contro la discriminazione di genere o a favore delle pari opportunità, ma il cui unico scopo è in realtà quello di promuovere le vendite. Strategia di marketing da non confondere con il pink washing, che invece descrive l’azione di quei marchi che si fanno pubblicità dando il loro supporto alla ricerca contro il cancro al seno. Un altro termine ancora viene utilizzato poi per indicare la “femminilizzazione” di alcuni giocattoli o altri prodotti considerati tradizionalmente maschili, al fine di renderli piu’ appetibili per le donne: in questo caso si parla di “pinkification“.
Con Chiara Cretella abbiamo analizzato diverse campagne pubblicitarie di aziende molto note che in questi anni hanno fatto gender washing, per poi capire se esistono e come distinguere quei i marchi realmente impegnati da quelli che cavalcano l’onda del momento con l’unico fine di aumentare il proprio fatturato.
A seguire abbiamo parlato di parità salariale, alla luce dell’ intervento di Patricia Arquette durante la notte degli Oscar seguita da Chirstine Lagarde , direttrice del Fondo Monetario Internazionale, che ha parlato di una vera e propria cospirazione contro lo donne. Parole molto forti basate sui dati di una recente ricerca del FMI in più di 40 nazioni si perde più del 15% del PIL potenziale a causa delle discriminazioni nei confronti delle donne.
Ci hanno accompagato i brani di Mark Lanegan. La puntata è qui, buon ascolto!
Posted on 28 febbraio 2015 at 12:52 pm in quinta stagione | RSS feed | Rispondi | Trackback URL