Mentre l’Occidente fa a gara per dimostrare all’Iran la buona disponibilità per un reapprochment, il regime iraniano continua ad inveire come un cane rabbioso contro tutti e tutto. Ecco allora che, senza dignita’, il Generale dei Pasdaran Ahmad Reza Pourdestan, comandante delle forze di terra, ritira fuori addirittura le peggiori teorie cospirazioniste per attaccare gli Stati Uniti. Parlando al canale TV Al Alam, canale in arabo del regime iraniano, il Generale Pourdestan ha accusato gli americani di aver organizzato l’11 settembre 2001, al solo scopo di occupare il Medioriente ed impedire l’unione fra sciiti e sunnite. Una unione, ovviamente, che si sarebbe realizzata sotto la bandiera della Repubblica Islamica dell’Iran. Ovviamente, neanche a dirlo, il Generale iraniano non menziona la soddisfazione espressa dai rappresentanti del regime iraniano per la fine del potere dei Talebani e di Saddam Hussein, due arcinemici dei Teheran (tanto che qualcuno oggi parla di due guerre Occidentali “combattute per l’Iran”).
Non basta: dopo la lezione di cospirazione – degna di Giulietto Chiesa – il Generale iraniano passa alle minacce concrete, rivolgendosi all’Arabia Saudita. Parlando di Yemen e del potere degli Houti (i proxy di Teheran), il Generale Pourdestan rimarca che se le città saudite fossero colpire da bombe e missili, i rappresentanti di Riyadh avrebbero difficoltà’ a reggere il peso dell’attacco. Il significato e’ molto chiaro: si tratta di una chiara minaccia di esportare il terrorismo iraniano sul suolo saudita, allo scopo di provocare una rivolta interna e far cadere la monarchia degli Al Saud. Ancora una volta, quindi, il regime iraniano si connota per la sua reale natura: un elemento di instabilità regionale e la prima causa della guerra settaria attualmente in corso nel mondo islamico fra lo sciismo Khomeinista e il mondo sunnita. Una guerra che, senza se e senza ma, chiarisce quanta ingenuità ci sia in coloro che vedono nella Repubblica Islamica – e in una alleanza con questo regime – una via per risolvere le crisi in corso nella regione mediorientale.