Tra loro c'è chi suona in una band. Chi realizza video. Chi lavora in una casa editrice. Qualcuno ha coltivato la passione per la fotografia, arrivando al punto di organizzare mostre importanti. Un altro dipinge, e lo fa pure bene.
Dall'altra sezione – mi dicono – una ragazza è persino riuscita a girare il mondo ballando. Era il sogno che, ricordo, coltivava sin da bambina. E, nel mio piccolo, scrivendo, anch'io ce l'ho fatta, a realizzare il mio. Me lo chiedo, adesso, da cosa mai sarà dipeso. Sì, insomma, la percentuale è troppo alta per essere un caso. Tutte le nostre inquietudini artistiche, la smania di viaggiare, l'astinenza da prenotazione aerea... c'entrerà l'educazione ricevuta tra quei banchi? O è piuttosto un marchio generazionale?
X, dicevano. Generazione X. A me piace piuttosto dire ekix, come la suoneria che ho impostato sul cellulare. Ascolto per caso un brano che non conoscevo. Un verso accenna alla città di Troia. Niente più che una metafora, ci mancherebbe. La storia che racconta, per il resto, non ha niente a che vedere. Ma ho appena finito di parlare di #Odissea : non scorgerci un segno è impossibile. Sempre detto che dovevo comprarlo, il disco dei Maldita Nerea.
Lo aggiungo alla lista degli acquisti musicali in programma. Poi ripenso a quelle facce, ancora. Ripenso a quanto l'arte sappia rendere migliore la vita. E sapete cosa? In fondo non importa, quale sia la ragione.Saremo anche precari. Bamboccioni. Choosy. Ma il fatto che in così tanti abbiamo finito per dedicarci a qualcosa di creativo, ecco...non so a voi, ma a me conforta un bel po'.