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“Generazione perduta” di Vera Brittain: lo sconvolgimento della guerra e la lotta delle donne per i propri diritti

Creato il 20 ottobre 2015 da Alessiamocci

“La mia sensazione di essere invidiabile durò poco. Mentre settembre passava veloce e si avvicinava la battaglia di Loos, sul paese sembrava essere discesa un’angosciante immobilità che rendeva tutti inquieti e col fiato sospeso. Roland scrisse in modo vago ma significativo di movimenti di truppe e di grandi cambiamenti imminenti, e sembrava molto più ossessionato dall’idea di morte di quanto fosse mai stato.”

In tanti hanno scritto sulla prima guerra mondiale, storici e romanzieri, e tante immagini sono giunte a noi in svariate modalità. Sono numerosissime anche le testimonianze di coloro i quali vissero la guerra in prima persona: Vera Brittain, autrice di “Generazione perduta” (Giunti, 2015), è una di queste che nel 1933 vide pubblicato il romanzo che raccontava anni di vita trascorsi tra feriti e morte.

Un romanzo divenuto un classico della letteratura inglese, un’attestazione di ciò che migliaia e migliaia di giovani vissero nell’Europa colpita negli anni 1914-1918 dalla prima vera grande guerra dell’età moderna. Uno sconvolgimento per la popolazione che in tanti, troppi, si portarono dietro anche dopo la fine del conflitto.

Vera Brittain, (Newcastle-under-Lyme, 1893 – 1979, Londra), principia il suo racconto poco prima dello scoppio del conflitto mostrando la sua vita fatta di imposizioni dei genitori, spinti dai canoni della società e dai pregiudizi nei confronti delle donne. La donna che s’appassionava al voler proseguire gli studi e che come fine principale della propria vita non avesse il matrimonio non era ben vista dalla società e il fatto di vivere in una piccola cittadina non facilitava di certo le cose. Ma fin da piccola Vera aveva come sogno quello di diventare una scrittrice e il poter frequentare l’università rientrava nei suoi progetti.

In parte grazie alla sua forza d’animo, in parte grazie al fratello, Oxford la vedrà tra i suoi studenti più convinti e tra le prime donne a frequentare questo prestigioso college inglese. Ma la guerra incombeva e avvolgeva tutto e così fu anche per la vita di Vera che vide partire il grande Amore, Roland, il fratello Edward e alcuni cari amici, in guerra oltremare. Lei si arruolò come infermiera volontaria a Londra prima, poi a Malta e in Francia.

Tanti i volti che passeranno davanti ai suoi occhi e tante vite termineranno nel corso degli anni. Esperienze che segnano la sua vita e quelle di intere generazioni: da una parte chi la guerra la combatté in prima fila, dall’altra chi da casa rimase ad attendere notizie dei cari e ad ascoltare i bollettini alla radio. Generazioni di giovani che dovettero interrompere le proprie vite, spesso per non recuperarle mai più.

Accanto a questi la consapevolezza di Vera dei limiti, imposti dagli uomini, delle donne nella società. Siamo in un’Inghilterra che vede le donne in prima fila per acquisire i propri diritti, di voto e non solo. Vera ci conduce in un percorso storico con protagoniste quelle donne, lei per prima, che si imponevano per mostrare i loro pregi e la loro professionalità affinché si comprendesse che sposarsi e avere dei figli non fosse l’unica priorità.

Un romanzo storico appassionante, ricco di sentimenti, di momenti felici e altri profondamente tristi, talvolta crudo e spiazzante. Un libro davvero notevole, parole che non si dimenticano, Vera, eroina dei nostri tempi, entra nel cuore dei lettori e una parte di lei rimane dentro di noi in maniera indelebile, a testimonianza che ciò che ha ottenuto in vita non è stato vano.

Written by Rebecca Mais


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