20 agosto 2012 Lascia un commento
Parra’ strano quindi che non straveda per i Genesis e per quanto essi abbiano nel loro bagaglio storia, nazionalita’, capacita’, estro ed inventiva da renderli tra i preferiti, non hanno saputo pizzicare le mie corde nel modo giusto, non sempre almeno. Malgrado questo non posso certo esimermi dal piazzarli nell’Olimpo delle grandi prog-band di sempre.
Quando fu teletrasmesso un estratto di questo live, ne rimasi affascinato, molto per confronto con la robetta odierna ma non solo, laddove l’impatto emozionale non e’ secondo ad un passato che seppur remoto, ancora racconta come un tempo girassero le cose.
Concerto evento tenutosi a Roma gratuitamente, attrasse al Circo Massimo una marea di persone, cinquecentomila per l’esattezza che fecero da cornice imponente ed importante nell’effetto desiderato dalla produzione di maestosa partecipazione.
Viene da se’ che uno spettacolo del genere lo si guarda con due cuori, uno della nostalgia perche’ lo show sa riservare grandi momenti e tante emozioni col materiale anni ’70, senza tralasciare certi episodi del decennio successivo come "No son of mine".
Se faccio parlare il cuore dell’ascoltatore invece le cose non sono cosi’ luminose.
Il difetto principale che nelle arti tutte e’ un peccato piu’ che mortale, e’ la mancanza di passione.
Professionalita’, esperienza certo ma non c’e’ magia, non c’e’ gioia, non c’e’ voglia di stupire superandosi.
Collins ci prova anche a fare il mattatore con risultati alterni e non sempre convincenti ma in Banks e Rutherford non una scintilla nello sguardo, non un lampo nelle dita affidandosi soltanto all’esperienza ben piu’ che decennale.
Alla fine resta la testimonianza di un evento piu’ storico che memorabile per un doppio DVD che supera ampiamente la sufficienza ma non arriva all’eccellenza, nemmeno dal punto di vista tecnico con audio nella norma e regia fiacca e poco incisiva.
A questo proposito il vero valore aggiunto che eguaglia il valore del concerto, e’ il terzo DVD del cofanetto, quello col "making of" del concerto, dalla primo abbraccio dei tre dopo tanti anni, passando per i problemi umani, artistici, tecnici dei tre e le difficolta’ organizzative e logistiche.
Un vero e proprio resoconto di come si organizza dal nulla un tour di questa portata.
Alla fine e’ stato un buon acquisto ma non so dire se l’amaro che resta dipende dalla pietra tombale su un’era o su un prodotto con molto cervello ma poco cuore.