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Genitori gay. Dietrofront di Mark Regnerus che ammette gli errori del suo studio.

Creato il 08 novembre 2012 da Cagliostro @Cagliostro1743

Genitori gay. Dietrofront di Mark Regnerus che ammette gli errori del suo studio.Alla fine è arrivata la stessa ammissione di Regnerus: «Non avevo idea sull’orientamento sessuale delle persone che ho analizzato».
Procediamo per gradi.
Negli Stati Uniti aveva suscitato polemiche una ricerca condotta dal sociologo Mark Regnerus dell’Università del Texas pubblicatadal Social Science Research secondo cui «se i genitori sono omosessuali, i figli adolescenti pensano di più al suicidio, sono più spesso disoccupati e seguiti dall’assistenza pubblica». Questa ricerca era stata ripresa anche da Avvenire oltre che nella galassia dei blog di fondamentalisti cattolici (Uccr e Pontifex in primis).

Sulla ricerca di Regnerus c’erano molti dubbi: prima di tutto aveva ricevuto un finanziamento di 800mila dollari da parte delle associazioni conservatrici Witherspoon Institute e Bradley Foundation.
Il Witherspoon Institute ha stretti legami con l’universo delle associazioni contrarie ai diritti degli omosessuali. Robert George – membro senior del Witherspoon Institute – è presidente emerito della National Organization for Marriage: un’associazione che si batte contro la legalizzazione delle coppie dello stesso sesso e contro la possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.
Lo stesso Robert George è inoltre un advisor della Catholic League for religious e civil rights: un’associazione radicale cattolica che con la sua attività si oppone – tra l’altro – al riconoscimento delle coppie omosessuali.
Luis Tellez – presidente del Witherspoon Institute – è anche un membro del consiglio di amministrazione della National Organization for Marriage.
Lo stesso Bradford Wilcox – direttore del Programma “Famiglia, matrimonio e democrazia” presso il Witherspoon Institute che ha finanziato lo studio di Regnerus – è anche membrodel comitato redazionale del Social Science Research che ha pubblicato lo studio di Regnerus: un piccolo conflitto d’interessi.

Bisogna precisare che – come anche riportato dal Los Angeles Times e dal The New Yorker – la ricerca di Regnerus non confrontava figli cresciuti in coppie omosessuali con quelli cresciuti in coppie eterosessuali. Il criterio che lo studioso ha usato è se un genitore abbia (o abbia avuto) una relazione (anche solo di natura romantica) con una persona dello stesso sesso: infatti solo una piccola proporzione del suo campione ha vissuto in famiglie guidate da coppie dello stesso sesso.
Sulla base di questa impropria “categorizzazione” lo scrittore e leader dei diritti civili americano Scott Rose aveva presentato contro lo studio di Regnerus un esposto all’Università del Texas e questa aveva deciso di avviare un’inchiesta: allo stesso modo la professoressa Debra Umberson – sociologa all’Università del Texas assieme a Regnerus – ha definito sulThe Huffington Post “bad science” lo studio del collega.
Alla fine l’Università del Texas aveva deciso per un “non luogo a procedere” ma sono molto interessanti le motivazioni espresse.
Questo è il testo del comunicato dell’Università del Texas: «L’Università del Texas a Austin ha stabilito che nessuna indagine formale è giustificata riguardo le accuse di cattiva condotta scientifica presentata contro il professore associato Mark Regnerus sul suo articolo pubblicato a luglio nella rivista Social Science Research.
Come previsto dal suo manuale Revisione delle procedure operative, l’università ha condotto un’indagine per stabilire se le accuse mosse dallo scrittore Scott Rose avessero fondamento e giustificassero un’indagine formale. Dopo essersi consultato con un gruppo consultivo di quattro membri composto da alti membri di facoltà universitarie, l’Ufficio del Vice Presidente per la Ricerca ha concluso in un rapporto il 24 agosto che non ci sono prove sufficienti per giustificare un’inchiesta.
Provost e ed il vice-presidente esecutivo Steven Leslie hanno accettato martedì la relazione e considerato chiusa la questione dal punto di vista istituzionale.
Nell’ambito dell’indagine, l’università ha assunto il dottor Alan Price per garantire che l’indagine fosse condotta in modo appropriato e leale. Price, un consulente privato, è l’ex direttore associato dell’Office of Research Integrity presso il Dipartimento di Salute e Servizi Umani. Price ha rilevato che l’indagine è stata gestita in modo coerente con la politica universitaria e ha rilevato che l’indagine è stata “anche in linea con i requisiti normativi federali di indagine sulla cattiva condotta nella la ricerca”.
Le accuse sollevate dal Rose rientrano nella definizione universitaria di cattiva condotta scientifica, in cui si afferma, in parte, che “gli errori comuni, le divergenze in buona fede nell’interpretazione o l’analisi dei dati, i disaccordi accademici o politici, le opinioni personali o professionali in buona fede, o la morale privata o la visione deontologica non sono considerate “cattiva condotta”.
Come per gran parte della ricerca universitaria, lo studio di Regnerus sulle nuove strutture familiari tocca una questione controversa e molto personale che è attualmente in discussione dalla società in generale. L’università si aspetta che la comunità scientifica continuerà a valutare e riferire sui risultati di questo articolo di Regnerus e supporti tale discussione».

In sostanza qual è stato l’oggetto dell’indagine dell’Università del Texas? La risposta viene dal memorandum redatto da Robert A. Peterson (membro del gruppo d’inchiesta) ed inviato alla direzione dell’Università. Peterson scrive che lo scopo dell’inchiesta era trovare “elementi di cattiva condotta” nella ricerca di Regnerus.
Elementi di cattiva condotta secondo il manuale di Revisione delle procedure operative dell’Università del Texas – come scrive lo stesso Peterson nel suo memorandum – sono«fabrification or falsification of data, plagiarism and other practices that seriously deviate from ethical standards for proposing, conducting, or reporting research are unacceptable and in some cases may constitute scientific misconduct» («produzione o falsificazione di dati, plagio e altre pratiche che costituiscono un grave discostarsi dagli standard etici per proporre, condurre, o presentare ricerche sono inaccettabili e in alcuni casi possono costituire cattiva condotta scientifica»).
Lo stesso Peterson (assieme al report redatto dal supervisore Price) rileva – come anche scritto nel comunicato dell’Università del Texas – che «gli errori comuni, le differenze in buona fede nell’interpretazione o l’analisi dei dati, i disaccordi accademici o politici, le opinioni personali o professionali in buona fede, o la morale privata o la visione deontologica non sono considerate “cattiva condotta”» e quindi hanno riguardato l’inchiesta dell’Università del Texas.
In sostanza l’Università del Texas non ha “assolto” la ricerca di Regnerus (anzi si auspica che si continui a valutare la sua ricerca) ma ha semplicemente stabilito che il sociologo non ha prodotto o falsificato i dati o plagiato (ossia copiato) altre ricerche mentre non ha stabilito se il sociologo abbia effettuato – nella sua ricerca – errori comuni o abbia interpretato o analizzato in modo errato i suoi dati (e quest’ultimo punto è la critica maggiormente avanzata nei confronti dello studio di Regnerus perché – come scritto – la sua ricerca non confronta figli cresciuti in coppie omosessuali con quelli cresciuti in coppie eterosessuali ma il criterio che lui usa è se un genitore abbia o abbia avuto una relazione – anche solo di natura romantica – con una persona dello stesso sesso: infatti solo una piccola proporzione del suo campione ha vissuto in famiglie guidate da coppie dello stesso sesso).
In effetti lo stesso Scott Rose – nel suo esposto – aveva esplicitato che Regnerus non avesse falsificato i dati (come lapalissianamente ha ammesso la stessa Università del Texas) ma puntava l’indice sul fatto che la “categoria omosessuale” usata dal sociologo americano fosse errata (e su questo l’Università del Texas non ha fornito nessuna risposta lasciando la discussione aperta al mondo accademico).

Inoltre – in risposta ad una lettera di oltre 200 scienziati, James Wright – direttore del Social Science Research (la rivista in cui era stata pubblicata la ricerca di Regnerus) aveva dato incarico al membro del comitato editoriale Darren Sherkat professore di sociologia alla Southern Illinois University) di realizzare un audit sul processo di pubblicazione degli studi di Regnerus: Sherkat ha rilevato che lo studio di Regnerus non era scientificamente valido definendolo testualmente “bullshit” (stupidaggini): la sconfessione della stessa  rivista inpeer-review su cui era stato pubblicato dovrebbe essere un elemento sufficiente per considerare privo di fondamento lo studio di Regnerus che – inoltre – era stato ufficialmente criticato dall’American Psychological Association, dalla California Psychological Association, dalla American Psychiatric Association, dalla National Association of Social Workers, dalla American Medical Association, dalla American Academy of Pediatrics e dall’American Psychoanalytic Association.

Lo stesso Regnerus intervistato da CitizenLink ha detto: «I’d be more careful about the language I used to describe people whose parents had same-sex relationships. I said “lesbian mothers” and “gay fathers,” when in fact, I don’t know about their sexual orientation» (Farei più attenzione al linguaggio che ho usato per descrivere le persone i cui genitori avevano relazioni omosessuali. Ho detto “madri lesbiche” e “padri gay”, quando in realtà, non conoscevo il loro orientamento sessuale).
Voler realizzare uno studio sui figli dei genitori omosessuali e poi ammettere di non conoscere il loro orientamento sessuale non è certamente un segno di grande serietà.
Alla fine cosa resta della ricerca di Regnerus? Bullshit degne solo dei cattolici fondamentalisti che si dilettano nella “catto-scienza”.


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