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Genoa: e' gia' tempo di bilanci, prima del rush finale "in playback". gran gioco e risultati, ma la licenza uefa...
Creato il 16 maggio 2015 da CarlocaMeglio scriverlo oggi questo articolo. Meglio adesso, perché l'abbrivio conclusivo del campionato del Genoa ha assunto le sembianze di uno sconcertante rush finale "in playback": si combatterà davvero sul campo, almeno questo è l'auspicio, ci si emozionerà e ci si arrabbierà, o forse si gioirà, ma poi a stilare il verdetto saranno grigi burocrati di fronte a montagne di scartoffie. Pure questo mancava, nella ultracentenaria e tempestosa storia del Grifone: essere di nuovo in lizza per una qualificazione europea, cosa che da queste parti avviene di rado (l'ultima fu nel 2009, quella precedente si perde nella notte dei tempi), e tuttavia sapere che, anche conquistando un piazzamento utile per disputare la prossima Europa League, il torneo continentale lo si potrebbe vedere soltanto in tv, causa mancata concessione della licenza UEFA, INGIUSTIFICABILE - La premessa, da parte mia, deve essere chiara: non la perdonerò mai a Preziosi, comunque vada a finire. Perché una società di medio - alto livello di un campionato che rimane comunque di primissimo piano, questa stramaledetta licenza la deve ottenere senza se e senza ma, e la deve ottenere subito, senza dover attendere l'esito di uno o più ricorsi. Non sapremo mai come siano davvero andate le cose nelle segrete stanze di Villa Rostan (sede del sodalizio rossoblù), cosa abbia causato le mancanze in sede di presentazione della documentazione. Ritengo tuttavia che le giustificazioni ufficiose uscite in questi giorni, in primis le difficoltà finanziarie vissute dal club negli anni passati con tutto quel che ne è conseguito, non abbiano ragione d'essere; allo stesso modo, sapere che quelle difficoltà siano state in buona parte superate, e il Genoa si trovi quindi davanti a un futuro discretamente sereno, mi far stare meglio, sì, ma non al punto di non valutare come inconcepibile e inaccettabile questo clamoroso autogol. GIOIA IN PLAYBACK - Dopodiché, anche nel caso la licenza venisse concessa in seconda istanza, nessuno restituirà mai al "tifoso genoano medio" il fatto di aver vissuto questo rush finale per l'Europa in non assoluta leggerezza d'animo, a mente sgombra, col dubbio atroce che qualunque buon risultato ottenuto sul campo possa poi venir vanificato a tavolino. E' la morte della passione calcistica, è inconcepibile: è stata dura esaltarsi per la prestazione scintillante di lunedì scorso col Torino, pochi minuti di felicità vera dimenticati nel giro di poche ore. Una felicità "in playback", per l'appunto.GRANDE GRIFO A DISPETTO DEI VATICINI ESTIVI - Premesso tutto questo, tiriamo dunque le somme della stagione del Grifo, perché ciò che accadrà da domani in poi potrebbe avere incidenza marginale (se poi invece servirà, tanto meglio). E allora, diciamo subito che il Genoa è fra i vincitori assoluti di questa grigia Serie A 2014/15. Il trionfo meno importante, in fondo, è quello conseguito sulle illustri firme del giornalismo nostrano, penso ad esempio al pur bravo Beccantini che sul Guerin Sportivo, l'estate scorsa, aveva vaticinato un 17esimo posto, quindi lotta dura per la salvezza, sulla scorta di osservazioni acute e approfondite come la seguente: "Preziosi continua a usare il mercato come una roulette: contento lui". Chi se ne frega, i pronostici non li sbaglia solo chi non li fa, tuttavia un minimo in più di analisi sarebbe gradita da parte degli esperti: persino io, nel mio piccolo e nella mia insipienza, avevo intuito che questo "mercato roulette" aveva delle motivazioni tecniche valide e aveva portato alla nascita di una compagine non propriamente da buttar via...STAGIONE LUCCICANTE - Ma queste, appunto, son piccolezze. La stagione del Genoa è stata zeppa di perle, con soli due momenti di défaillance: il primo, del tutto comprensibile, sviluppatosi dopo la sconfitta interna con la Roma a dicembre, in un periodo costellato di "prodezze" arbitrali alla rovescia che rimarranno come una macchia eterna a evidenziare, una volta di più, la modestia di buona parte dei nostri fischietti; il secondo a inizio primavera, con un calo di rendimento che aveva fatto temere un nuovo "sbracamento" finale, simile a quello inaccettabile di dodici mesi fa. L'altro piatto della bilancia è pieno, pesante: parte sinistra della classifica blindata, quota cinquanta punti superata, vittorie storiche: la Juve battuta in autunno, Milan umiliato a domicilio, come non accadeva da decenni, Olimpico laziale violato, Torino ubriacato da una giostra memorabile. GRAN GIOCO E NUOVI CAMPIONI - E ancora: gioco di alto livello, quasi europeo, ebbene sì: a volte fin troppo ricamato, con gran spreco di palle gol, ma ultimamente fattosi più concreto. Il lancio o la conferma di elementi giovani in grado di reggere alla grande le massime ribalte: italiani come Perin, il neo nazionale Bertolacci, un Izzo sempre "sul pezzo" quando è stato chiamato in causa, un Mandragora promettente e da rivedere con più continuità, un Pavoletti in crescita; stranieri come l'affidabile De Maio, un Falque che nessuno si attendeva su questi livelli, un Perotti che se concludesse di più sarebbe davvero da top team, ma è comunque "tanta roba". Il fatto che il Genoa non sia crollato, e abbia anzi addirittura incrementato il proprio rendimento, dopo la dolorosa rinuncia al fuoriclasse argentino, è emblematico di come la squadra abbia raggiunto una propria quadratura tecnica e tattica, una solidità, una unione di intenti che l'hanno resa quasi impermeabile alle avversità interne ed esterne. In tutto questo, esaltare i meriti di mister Gasperini sarebbe quasi superfluo, per quanto sono evidenti. CON PREZIOSI NIENTE NOIA... - Ecco, questo è stato un Genoa monstre, un Genoa che era arrivato ad accumulare (pur con una partita in meno, quella famigerata col Parma) qualcosa come undici punti di distacco dai rivali cittadini della Sampdoria, e che invece adesso è sotto di una sola lunghezza. Ma mai come quest'anno il derby per la supremazia genovese ha poco senso: onestamente, con quella manciata di punti in più (forse non dieci, né tantomeno quindici, ma cinque - sei ci stanno tutti) volati via per errori arbitrali si sarebbe scritta tutta un'altra storia, la cosa non va dimenticata e comunque al momento ha relativa importanza. Se poi, per svarioni di altro tipo, ossia "dirigenziali", tutto ciò non porterà all'Europa, ce ne faremo (a fatica) una ragione.
Mettiamola così: in dodici anni di gestione Preziosi, non c'è stato mai un momento di noia, quasi sempre nel bene, a volte, come in questo caso, nel male. Speriamo che l'assestamento societario sia davvero in dirittura d'arrivo e preluda a un futuro più sereno, con un miglioramento nella efficienza gestionale e senza la necessità di continue rivoluzioni di mercato. Vedere per un anno o due in più a Marassi almeno qualcuno fra i top player rossoblù (al momento sono qualificabili come tali Perin, Bertolacci, Perotti, Falque) sarebbe un bel messaggio ai tifosi e al calcio italiano.
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