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Genoa-Milan: presentazione della gara

Creato il 04 febbraio 2011 da Gianclint

–Il 4.4.2. del Genoa: far ”saltare” le distanze-

Il Genoa di Ballardini si sta riproponendo di ritrovare in campo quelle distanze che la squadra aveva perso coll’ allenatore precedente. Il 3.4.3. di Gasperini, esasperato per atletismo richiesto, si è arenato nelle scelte dell’ultima campagna acquisti ad oggi del tutto abiurata dalla società.

Genoa-Milan: presentazione della gara

Un "vecchio amico" del Milan Night: riproposto da Ballardini in campo con buoni risultati, domenica sarà il Georgiano a guidare la difesa genoana.

La voragine del rendimento dei rossoblu tra casa e trasferta (da piena retrocessione) esigeva un extra agonistico e temperamentale difficilmente riproducibile su quella strutturazione e con interpreti inadatti per formazione calcistica: Veloso, Rafinha potevano far pensare ad un salto nella qualità di gioco, ma così non è stato poiché l’innalzamento del valore tecnico comportava  una rivisitazione dei principi di gioco della squadra stessa che non è andato a buon fine.

Il cambio di guida tecnica ha portato il Genoa a ribaltare la prospettiva delle sue peculiarità già esistenti: portare superiorità numerica sulle fasce laterali, accorciare coi centrocampisti il rilancio della difesa. Dopo un’ avventurosa sperimentazione del fascinoso (ma asperrimo) 4.3.1.2., basterà infatti osservare il modulo adottato attualmente e gli interpreti scelti: dal 3.4.3. al 4.4.2., è sempre lateralmente che il Genoa vuol creare il proprio calcio; ad esempio, spostando da un lato l’avversario per magari sorprenderlo sull’opposto lato debole.

Protagonista di una stagione a cui non avrà nulla in più da chiedere che la tranquillità, la squadra di Mister Ballardini potrà giocare senza pressioni. Con Criscito/Rossi da una parte e  Mesto/Konko sul lato opposto, la strutturazione del Milan si presta ad essere aggirata proprio sulle fasce. Se la nostra squadra resta troppo bassa a difendere, quando il centrocampo rincula troppo schiacciandosi sulla linea difensiva, di fatto regala l’inserimento sul lato debole, se un centrocampista non va ad assorbire l’inserimento avversario alle spalle della linea.

Il Genoa sarà conscio di non poterla mettere troppo“sulla rissa”, ma spinto dal pubblico che vede i colori Rossoneri come il fumo negli occhi, metterà certo intensità nei suoi uomini, tuttavia il Milan di quest’anno non teme certo la battaglia. Non possedendo qualità tecniche superiori alla norma, il mantenimento costante delle giuste distanze per tutto l’arco della partita sarà la prima prescrizione che Ballardini darà ai suoi: regalare spazi sarebbe un suicido calcistico.

La storia di Mister Ballardini (squadre giovanili/Primavera) ci indica che ben saldi nella sua formazione tecnica sono i principi del “saper stare in campo” assieme. Il suo 4.4.2. -almeno quello visto finora- non propone svolazzi: l’aggressività sarà come detto il valore aggiunto, la spinta di un pubblico che nella stagione chiede di potersi togliere almeno qualche sfizio.

In breve potremmo indicare due modi per far saltare le distanze dell’avversario: bene sarà aver recuperato un poco di omogeneità nei movimenti delle punte -mancanza evidenziatasi ad avversario schierato anche nel primo tempo di Catania-, che mal si combina contro un avversario che “di strutturazione” riuscirà a coprire il campo anche in ampiezza lasciando pochi metri tra le linee, compatto, e con il solo F.Flores davanti.

Il primo spunto (altri usciranno nei commenti) è di ordine tattico: l’arma del nostro modulo è il ¾sta, il valore aggiunto dato da Allegri è che questo è un giocatore atipico sia esso Robinho, o il giovane Merkel, che l’infortunato Boateng -ideale contro un avversario del genere-. Sarà la mobilità di questo nel cercare la posizione corretta a ricevere la palla in uscita che determinerà un più difficile assorbimento del suo movimento nella scacchiera. Tanto il movimento sarà più vario -anche in combinazione con la prima punta-, tanto più l’avversario avrà difficoltà a scalare nel modo corretto la marcatura, “in una sorta di passaggio di custodia” che creerà spazio per inserire uomini, quindi portare superiorità numerica in un sistema difensivo che si propone di difendere su linee piane.

Il secondo spunto è tecnico: contro un avversario capace di cambiare il fronte d’attacco e di portare un centrocampista almeno a intercettare la ribattuta difensiva sul cross al centro, tenere la linea alta potrebbe rivelarsi una buona mossa; ovvero togliere lo spazio di gioco della palla alla fonte, accorciare il campo -forti della presenza di T.Silva da centrale difensivo-.

Generalmente si potrebbe pensare di ottenere due risultati: il primo quello di favorire la pressione delle nostre punte sui loro difensori e quindi di poter recuperare presto la palla; il secondo quello di costringere l’avversario ad una giocata affrettata sulla prima punta, facilmente controllabile dai centrali difensivi e dal nostro metodista.

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