Un raptus dettato dalla gelosia. Ora la richiesta di perdono dietro le sbarre a Marassi: ”Mi spiace. Sono distrutto”. Protagonista Bruno Calamaro, 59 anni, l’uomo che ha colpito con tre proiettili la sua amante, Yamila Gonzalez, cubana di 40 anni, Calamaro era stato arrestato qualche minuto dopo la sparatoria, al termine di una breve fuga in auto che da via Biga, a Marassi, lo aveva portato in piazza Corvetto, in centro. Il pm Luca Scorza Azzarà gli contesta il tentato omicidio pluriaggravato.
La donna resta ricoverata in gravi condizioni all’ospedale San Martino. Un proiettile l’ha ferita ad un polmone e lesionato una vertebra. Un altro le ha perforato l’intestino e il fegato. Il terzo l’ha ferita di striscio al costato. La prognosi resta riservata.
Il dramma nel dramma. Bruno Calamaro aveva preso la pistola dell’anziano padre con cui vive in via Diano Marina, a Pra’. Con la Beretta 6,35, regolarmente detenuta dal padre, Ettore Calamaro, aveva raggiunto Yamila Gonzalez in via Fereggiano, dove abita, per condurla al lavoro, in via Biga. Tra i due era scoppiata una lite. L’uomo era geloso di lei ed era certo di essere stato “tradito”. “L’avevo vista qualche sera fa sotto casa sua raggiungere un uomo con doveva uscire – ha detto – Lui, un italiano, quando mi ha visto si è allontanato. Ho capito che mi tradiva e ho perso la testa”. Giorni dopo Calamaro si è armato, ha raggiunto l’immigrata e al culmine dell’ennesima lite ha tentato di ucciderla. “Non volevo che finisse cosi’ – ha aggiunto – Non so cosa mi sia successo. Ho perso la testa”. E’ morto nella sua abitazione di via Diano Marina Ettore Calamaro, l’anziano padre di Bruno Calamaro, l’uomo che ieri ha tentato di uccidere con tre colpi di pistola l’amante cubana, Yamila Gonzalez, di 40 anni. L’anziano padre dell’aggressore, che aveva 86 anni e che da anni non usciva di casa, vittima di una disabilità dovuta all’avanzata età, è rimasto stroncato da un infarto. La salma è stata rinvenuta dai Carabinieri, gli stessi che avevano arrestato il figlio venti minuti dopo il folle e sanguinoso gesto. La pistola usata da Bruno Calamaro, una Beretta 6,35, apparteneva proprio al padre. Gliel’aveva sottratta nel sonno per portarla con se’ all’appuntamento mattutino con la donna, finito nel sangue. L’anziano aveva riferito di averla comprata anni prima per difesa personale.