Genova, è scontro e rottura in Comune

Creato il 27 luglio 2013 da Asinistra
Tra privatizzazione delle società partecipate e difesa dei "beni comuni" Una  cosa è stata chiara fin dal momento dell’elezione del Sindaco Doria: il PD non era in grado di concepire che i rapporti di forza all’interno della maggioranza di centro-sinistra erano mutati rispetto alle amministrazioni precedenti dove, gli altri membri della maggioranza erano più simili ai soprammobili di casa, spolverati all’occorrenza ma non determinanti per le scelte strategiche della città. Non è neanche un mistero che i “poteri forti” della città abbiano trovato una sinergia col PD entrambi accomunati dall’esigenza di conservare nei rispettivi ambiti il controllo politico, sociale ed economico della città stessa. Se il sindaco Doria ha vinto le elezioni dello scorso anno è perché il fiducioso popolo votante vedeva in lui e nella sua lista l’apripista di un nuovo modo di gestire la politica e l’amministrazione genovese. E’ con non poca amarezza quindi, che si assiste alla dichiarazione del fallimento del “pubblico” da parte del Sindaco per accondiscendere alle ripetute richieste di “privatizzazioni” delle società partecipate del Comune, stravolgendo il concetto di erogazione di “servizio pubblico” stesso, aprendo nelle forme più o meno invasive capitali privati, quindi per definizione alla ricerca di utili, indipendentemente dalla qualità e della quantità di servizi erogati. Pensare ad Amiu  in parziale mano di privati, con lo spettro di sentirsi nuovamente aleggiare sulla testa possibili “inceneritori” non rasserena sicuramente gli animi, come non rasserena pensare che altri “beni comuni” possano diventare beni destinati a produrre profitti per pochi. Per queste ragioni lo strappo che si sta consumando tra Sindaco e PD da una parte e lista Doria, SEL e federazione della sinistra dall’altra è il simbolo tra chi all’interno di una crisi sistemica sceglie il mercato con le sue esclusioni di porzioni di società e chi la soluzione la cerca salvaguardando il bene comune come patrimonio irrinunciabile del vivere e sostenere una città a misura dei suoi abitanti.
Le delibere sono il prodotto della condivisione di contributi e la mediazione tra le diverse posizioni all’interno della maggioranza che ha sostenuto l’elezione del Sindaco. Aver sposato la sola posizione del PD e aver permesso una ricomposizione in sede di commissione di una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne, da la cifra del livello di sbandamento che Sindaco e giunta hanno preso. “E’ un fatto gravissimo che il Sindaco, ascoltando solo una parte della maggioranza abbia avvallato questo documento non concordato. Un atteggiamento davvero scorretto, che per quanto mi riguarda, potrebbe anche portarmi a riflessioni importanti” ha dichiarato al Secolo XIX il capogruppo della lista Doria Enrico Pignone. Forse, aggiungo io, è giunto il momento di comprendere al di la di facili slogan chi è per i tanto declamati “beni comuni” e chi è per il “mercato”. Loris

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