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Al G8 di Genova , nel 2001 si contrapponevano due mondi: quello dei grandi della terra, che pensavano di poter decidere da soli sul resto del mondo (e si vede, dove l'hanno portato i Bush 6 C.).
Dall'altra parte, quello delle associazioni ( Acli, rete Lilliput, i centro sociali, i disobbedienti) che pensavamo che si potesse immaginare un mondo diverso da quello dei grandi.
Non un mondo no globa, ma un mondo dove ad essere globalizzati dovessero essere prima di tutto i diritti delle persone.
Non un mondo dove si livellano verso il basso stipendi, diritti, welfare perchè c'è sempre qualcuno più in basso di te.
In mezzo un governo, quello di centrodestra, appena eletto, con la paura delle piazze (le stesse piazze che lo avevano fatto cadere nel 1994). Governo che doveva dare un segnale forte.
Contro la piazza, contro le proteste. Un segnale ai moderati.
Quel venerdì 19 luglio, sono tornato a casa e ho acceso la televisione: non riuscivo a credere a quelle immagini.
Gli scontri, le auto in fiamme, la zona rossa assediata e le forze dell'ordine con gli idranti.
I black block indisturbati a distruggere e le cariche contro gente con le mani alzate.
Le cariche al corteo del Carlini, i carabinieri in via Tolemaide, quei colpi di pistola in piazza Alimonda, la macelleria messicana alla Diaz e le violenze di Bolzaneto ("1,2,3 viva Pinochet ..").
« La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale. »
(attribuito ad Amnesty International)
La violenza, che le immagini delle foto , delle videocamere hanno raccontato (come la puntata di Blu notte di Lucarelli ), hanno messo in secondo piano tutto: no, un altro mondo evidentemente non era possibile, nascosto dal fumo dei gas (pure pericolosi alla salute) e dal rumore delle sirene.
Un altro mondo non era possibile nemmeno per Carlo Giuliani, colpevole di aver assaltato con un estintore in mano un defender. Non un eroe, certo. Ma nemmeno meritevole di quella morte, senza processo.