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Genova G8 2001: non è finita…

Creato il 12 giugno 2012 da Vfabris @FabrizioLorusso

Genova G8 2001: non è finita…

Mentre l’ex capo della polizia ai tempi del G8 del luglio 2001, Giovanni De Gennaro, viene promosso da Monti e diventa uno dei massimi responsabili dei nostri servizi segreti, il processo per i fatti della scuola Diaz continua e l’11 luglio è attesa la sentenza in Cassazione che, però, rischia di essere “esemplare” per 10 manifestanti (che rischiano fino a 100 anni totali di prigione per il reato di “devastazione e saccheggio”) e un po’ meno “esemplare” certamente per i 25 poliziotti imputati per i quali è quasi certa la prescrizione del delitto di “lesioni”, non è previsto il reato di “tortura”(mai inserito nel nostro ordinamento nonostante sia contemplato nella Convenzione europea per i diritti dell’uomo) e quindi resta solamente una possibile condanna per “falso in atto pubblico”, una beffa. Così come lo è il repentino cambiamento del presidente del collegio di Cassazione (è appena arrivata Giuliana Ferrua) che avrà poco tempo per studiare le carte. Bene, sta circolando un appello che riprendo, già firmato da molti cittadini, intellettuali, giornalisti. Ricordo a questo link un post-documentario che ho inserito qualche tempo fa, da vedere. Così come questo documentario “Genova Senza Risposte” (sotto si può vedere in video la prima parte).

Genova G8 2001: non è finita…

GENOVA NON È FINITA.
DIECI, NESSUNO, TRECENTOMILA…

APPELLO ALLA SOCIETÀ CIVILE E AL MONDO DELLA CULTURA

La gestione dell’ordine pubblico nei giorni del G8 genovese del luglio del 2001, rappresenta una ferita ancora oggi aperta nella storia recente della repubblica italiana.

Dieci anni dopo l’omicidio di Carlo Giuliani, la “macelleria messicana” avvenuta nella scuola Diaz, le torture nella caserma di Bolzaneto e dalle violenze e dai pestaggi nelle strade genovesi, non solo non sono stati individuati i responsabili, ma chi gestì l’ordine pubblico a Genova ha condotto una brillante carriera, come Gianni De Gennaro, da poco nominato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Mentre lo Stato assolve se stesso da quella che Amnesty International ha definito “la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”,  il prossimo 13 luglio dieci persone rischiano di diventare i capri espiatori e vedersi confermare, in Cassazione, una condanna a cento anni di carcere complessivi, in nome di un reato, “devastazione e saccheggio”, che rappresenta uno dei tanti detriti giuridici, figli del codice penale fascista, il cosiddetto Codice Rocco.

Un reato concepito nel chiaro intento, tutto politico, di perseguire chi si opponeva al regime fascista. Oggi viene utilizzato ipotizzando una “compartecipazione psichica”, anche quando non sussiste associazione vera e propria tra le persone imputate. In  questo modo si lascia alla completa discrezionalità politica degli inquirenti e dei giudici il compito di decidere se applicarlo o meno.

E’ inaccettabile che, a ottant’anni di distanza, questa aberrazione giuridica rimanga nel nostro ordinamento e venga usata per condannare eventi di piazza così importanti, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone, come le mobilitazioni contro il G8 a Genova nel 2001.

Non possiamo permettere che dopo dieci anni Genova finisca così, per questo facciamo appello al mondo della cultura, dello spettacolo, ai cittadini e alla società civile a far sentire la propria voce firmando questo appello che chiede l’annullamento della condanna per devastazione e saccheggio per tutti gli imputati e le imputate.

Per una battaglia che riguarda la libertà di tutte e tutti. PER FIRMARE CLICCA QUI 

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