Gente di Berlino: 8 Domande al Direttore de Il Mitte

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite

Il Mitte – Quotidiano di Berlino per Italofoni – è ormai diventato un punto di riferimento per gli italiani che vivono nella Capitale tedesca, grazie agli articoli puntuali e precisi, tanto da risuonare anche sui giornali italiani – qui su RepubblicaHo incrociato Il Mitte in un’intervista di qualche settimana fa, in cui raccontavo di Zagreb e del prossimo romanzo ambientato a Neukölln. Oggi su Scrittore Computazionale, Valerio Bassan, il Direttore de Il Mitte, ci parla dei suoi progetti, di musica e, naturalmente, della “nostra” città, Berlino.


1. Valerio, hai fondato Il Mitte, scrivi su Linkiesta, sei giornalista professionista da un paio d’anni, fresco di Master alla Scuola di Giornalismo di Milano e videomaker. Ecco, andiamo subito al dunque: allora come te la cavi col tedesco? E con le tedesche?

Sul tedesco siamo ancora in una fase di work in progress: lo sto studiando, mi sta piacendo, ho intenzione di arrivare fino in fondo. Ammiro ed invidio chi già lo parla fluentemente, non a caso Il Mitte si avvale di ottimi collaboratori che lo masticano alla grande. Va peggio con le tedesche, ma in questo caso sono coniugalmente giustificato.

2. Insieme ad Andrea Legni, hai diretto il documentario Kosovo versus Kosovo. Perché il Kosovo, perché quella “storia dimenticata”?
I balcani hanno sempre esercitato un grande fascino su di me. E il Kosovo, con la sua travagliata storia recente, non fa eccezione. Il documentario cerca di fare luce sulle condizioni di vita della minoranza serba che vive nel sud della regione, in un territorio a stragrande maggioranza albanese. Una situazione complicata di cui si parla pochissimo, che dà origine a diversi paradossi. Ad esempio, abbiamo scoperto una città amministrata da due sindaci: uno serbo “eletto” dalla Serbia, l’altro serbo “eletto” dal Kosovo, ognuno con una parte di potere reale sulla comunità.

3. Durante la stesura del mio romanzo Zagreb, anche io ho avuto a che fare con i drammi della ex-Jugoslavia. Drammi che hanno lasciato il segno. Raccontaci un episodio che ti è rimasto dentro. 
Abbiamo incontrato molte storie meritevoli di essere raccontate: non potrò dimenticare mai quella di Ivo, un uomo di cinquantacinque anni scappato dal Kosovo il 17 marzo del 2004, quando si scatenò una violentissima “caccia al serbo” in tutta la regione. Ivo assistette allo stupro della sorella da parte degli albanesi e vide la sua casa bruciare mentre si allontanava. Ma oggi, dopo pochi anni, è tornato a vivere in Kosovo, tutti i suoi migliori amici sono albanesi. A dimostrazione di come le colpe dei drammi balcanici non siano quasi mai delle persone, quanto piuttosto di chi le governa e strumentalizza.

4. Su Linkiesta scrivono che sei musicofilo. E, in effetti, tanti dei tuoi articoli sono dedicati ai personaggi della musica. Consigliaci allora una band e/o un cantante berlinese. 
Tra i berlinesi doc, sono affascinato dal rock teatrale dei Bonaparte. I Sarsaparilla, invece, sono un trio serbo-americano che produce un indie folk dalle forti tinte emozionali. Per chi vuole qualcosa di più ricercato e raffinato, consiglio i Noblesse Oblige. Senza dimenticare gli italiani, alcuni dei quali sono già finiti nelle “fauci” del Mitte: Alessandro Bosetti per la musica sperimentale, la cantautrice siciliana Etta Scollo, il promettente duo STRi.

5. Visto che siamo in argomento, ti chiedo: tra tante città europee, perché Berlino?
Berlino è una città poetica. L’ho scelta per la sua internazionalità, la sua storia recente, la sua straordinaria vivibilità. Avevo bisogno di qualcosa di radicalmente diverso, qui lo sto trovando.

6. A proposito, a noi lo puoi dire, in quale quartiere abiti e perché lo hai scelto?
Al momento non ho ancora scelto: in meno di un anno ho vissuto a Friedrichshain, Charlottenburg e Mitte. Ora farò tappa a Neukölln. Tutti i quartieri di Berlino hanno un “quid” particolare, meritevole di essere scoperto. Vedremo che sorprese riserverà il futuro. Esteticamente, preferisco quei quartieri che molti considerano, secondo me ingiustamente, “noiosi”, come Charlottenburg, Wilmersdorf, Schöneberg. Hanno un fascino intrigante, autentico.

7. Molti italiani vengono a Berlino in cerca di lavoro, in cerca di fortuna. Ma è davvero Berlino una terra promessa così come credono?
Berlino ha un tasso di disoccupazione paragonabile a quello italiano, penso che questo basti per rispondere alla domanda. Io sono venuto qui con in testa un progetto chiaro da realizzare, ma del resto posso comprendere anche chi tenta il “salto nel vuoto”: in Italia regnano disillusione e rassegnazione.

8. Ultima domanda, poi ti lascio al tuo kneipe preferito. Ecco, a proposito, che fai sabato sera?
Un classico: passeggio e mi infilo nel primo locale che ispira, ancora meglio se offre un concerto dal vivo. Nove volte su dieci ne esco soddisfatto. Berlino è la città della serendipità, sotto questo punto di vista.



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