Francesco Cerisola
I Gentless3 (Carlo Natoli, Sergio Occhipinti, Sebastiano Cataudo, Floriana Grasso), grazie al supporto di Wild Love Records (giovane e interessante etichetta) e della più conosciuta istituzione L'Arsenale, si lanciano, senza paura alcuna, nel mondo della musica indipendente italiana con il loro I've Buried Your Shoes Down By The Garden. Un disco per sette canzoni, tra ambientazioni desertiche, ritmi lenti e sonorità scure come la pece.
Since '98, tetra ballata, apre dilatando i tempi e delineando cupe foreste affollate di spettri e neri timori mentre Cameback From, subito dopo, prosegue su altre rotte, abbandonandosi all'impasto di slow core/post rock e giocando sul contrasto fra le basse note arpeggiate e la più vivida voce. On Busting The Sound Barrier disegna aridi e torridi paesaggi, così tanto definiti da poterne quasi sentire gli odori, vederne i colori. Peggy And The Houses, il pezzo meno cupo del disco, nasconde gli arpeggi sotto la più potente forza elettrica della chitarra, arrendendosi al lento incedere e consegnandoci a Who's che, scarna e secca, preferisce adagiarsi su radici più alternative folk. Alphabet City precipita nell'ansia, con le chitarre a reiterare urgentemente e la batteria a scomporre e rosicchiare. Infine Evidence trascina il suo corpo, più grasso e sudato, in processione, espiando fino all'ultima pena.
Il quartetto siciliano debutta nel migliore dei modi: un disco breve, coinciso, ben delineato e dalle idee molto chiare. Le canzoni scorrono fluide e si lasciano ascoltare volentieri mentre la lunghezza complessiva non è tale da far perdere l'attenzione. Si può lamentare che le canzoni siano un po' troppo omogenee fra di loro e, quindi, non ancora dotate di un preciso e personale carattere, ma nel complesso, ci si può ritenere già più che soddisfatti del lavoro svolto.
Voto: 7
TRACKLIST:
01. Since '98
02. Cameback From
03. On Busting The Sound Barrier
04. Peggy And The Houses
05. Who's
06. Alphabet City
07. Evidence