Poca risonanza nella grande stampa alla denuncia del sindaco di L’Aquila, Cialente, intervistato da Radio 24 a proposito della destinazione dei fondi raccolti per il terremoto del 2009.
Alcune promesse – ha sottolineato Cialente – sono state mantenute: è il caso, ad esempio, della Russia, che ha finanziato la ricostruzione del palazzo Ardinghelli e di un altro edificio per un importo di sei milioni di euri, del Kazakistan, che ha subito inviato il suo ambasciatore con un contributo di un milione e settecentomila euri, del Giappone, intervenuto generosamente per costruire l’Auditorium e ora impegnato anche per il Palazzetto dello Sport.
Cialente ha voluto evidenziare che non un centesimo, invece, è arrivato da Stati Uniti e Gran Bretagna.
“Con Obama (recatosi a L’Aquila dopo il cataclisma e ripreso fra le macerie da tutte le televisioni, ndr) parlai cinque minuti, mi assicurò che avrebbe pensato alle università, ai giovani studenti – ha spiegato il primo cittadino della capitale abruzzese – Non hanno fatto niente, alla conta finale i soldi non sono mai arrivati”. Nemmeno i quattro milioni e mezzo di dollari esplicitamente promessi dal Presidente americano per la ricostruzione della chiesa di Santa Maria Paganica.
Quanto alla Gran Bretagna, per la verità, non si può nemmeno parlare di impegni non mantenuti:
“Il governo britannico – ha chiarito Cialente – non si è mai impegnato alla destinazione di fondi pubblici per la ricostruzione dell’Aquila”.
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