George R.R. Martin e Gardner Dozois: La principessa e la regina e altre storie di donne pericolose

Creato il 18 febbraio 2015 da Martinaframmartino

Secondo articolo dedicato all'antologia La principessa e la regina e altre storie di donne pericolose curata da George R.R. Martin e Gardner Dozois. La prima parte, sulla suddivisione italiana in due metà e sulle antologie in genere, l'ho pubblicata ieri.

Tutti gli autori presenti in quest'antologia sanno scrivere. Sono professionisti, sanno come portare avanti le loro storie, hanno buone capacità descrittive e quello che narrano è convincente. Mi sembra inutile ripetere le stesse cose per ciascun racconto, quindi mi limito a questo commento iniziale. I commenti sui racconti sono preceduti da una piccola parte delle varie introduzioni scritte da Dozois.

George R.R. Martin ci riporta nella turbolenta terra di Westeros, palcoscenico de Le cronache del ghiaccio e del fuoco, narrando il sanguinoso scontro fra due donne molto pericolose, la cui aspra rivalità ed estrema ambizione sprofondano l'intero continente occidentale nei disastri della guerra.

Con Martin sono di parte, ormai lo sapete bene. Questo racconto è scritto in forma di resoconto storico, così come è scritto in forma di resoconto storico il libro Il mondo del ghiaccio e del fuoco, realizzato da Martin insieme a Elio Garcia e Linda Antonsson. Quel libro, scritto dal fittizzio maestro Yendel, mi è piaciuto, e anche questo è noto: https://librolandia.wordpress.com/2014/12/18/george-r-r-martin-elio-garcia-e-linda-antonsson-il-mondo-del-ghiaccio-e-del-fuoco/. Questo lungo racconto è stato scritto dall'altrettanto fittizzio arcimaestro Gyldayn, che Yendel cita più volte in Il mondo del ghiaccio e del fuoco. Sono firmate da Gyldayn, fra l'altro, le righe frammentarie che parlano della tragedia di Sala dell'estate. Le due opere quindi sono strettamente collegate, e la cosa si sapeva da tempo. La principessa e la regina in origine doveva far parte di Il mondo del ghiaccio e del fuoco, solo che con il suo centinaio di pagine è un testo troppo lungo per poter entrare nell'enciclopedia senza sbilanciarne la struttura. Martin perciò nell'enciclopedia ha citato rapidamente i fatti salienti (rapidamente si fa per dire, ad Aegon II e alla Danza dei draghi sono dedicate ben nove pagine, ma rispetto al centinaio di La principessa e la regina sono comunque poche) e ha pubblicato il racconto a parte, nell'antologia Dangerous Women. Ovvio che qui ci sono molti più dettagli che nel libro pubblicato lo scorso autunno.

Lo stile è quello della cronaca. Avrei preferito una narrazione più viva, come quella dei romanzi, se non fosse che per quel tipo di narrazione serve molto più tempo. In questa vicenda c'è abbastanza materiale per scrivere alcuni romanzi, altro che un racconto lungo, e se Martin lo avesse fatto ci saremmo certamente divertiti di più, ma a quando sarebbe slittata la pubblicazione di The Winds of Winter? Il mio rimpianto è questo, che Martin è uno scrittore lento e che quindi è costretto a scegliere quali storie narrare e a volte anche come narrarle. Il mondo del ghiaccio e del fuoco è talmente ricco di idee che uno scrittore potrebbe andare avanti tutta la vita a svilupparle, solo che Martin ha già altri impegni. E poi gli verranno certamente altre idee che richiederanno di essere narrate, e bisognerà vedere a quali tentazioni saprà resistere.

La storia di La principessa e la regina è bella. Ok, sapevo già in partenza chi avrebbe vinto, ma una storia non si legge solo per essere sorpresi dalla sua conclusione. In caso contrario non avrebbe senso rileggere nessun libro, o guardare più volte lo stesso film. E se anche non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe stata questa storia se Martin l'avesse narrata nello stesso modo in cui sta narrando Le cronache del ghiaccio e del fuoco, mi sono divertita molto. Rogues contiene un altro racconto, The Rogue Prince, scritto sempre dall'arcimaestro Gyldayn, che funge da prequel a La principessa e la regina. Se quell'antologia non sarà tradotta so già che prima o poi comprerò l'edizione originale.

Come dimostrano il ritmo frenetico e l'azione incalzante del racconto che sta per cominciare, a volte inseguire un fuggitivo può essere pericoloso anche per gli inseguitori, soprattutto quando la preda si ritrova con le spalle al muro...

Qui siamo in una tipica situazione western, anche se i dettagli sono lasciati indeterminati. Una fuorilegge in fuga, una polverosa cittadina abbandonata e degli inseguitori spietati. Amo il genere western, ve l'ho mai detto? Di Abercrombie avevo letto già due libri, The Heroes, bello ma troppo crudo, e Il mezzo re, che mi ha convinta meno anche se è meno crudo, forse perché è per lettori più giovani e io sono orientata verso una narrativa più adulta. Qui mi sarei risparmiata uno o due dettagli qua e là, ma il ritmo è davvero frenetico e la storia ottima. Direi che è l'opera di Abercrombie che mi è piaciuta di più.

O il mio cuore è spezzato di Megan Abbott

Nel racconto sommesso e straziante che segue, [Abbott] ci mostra che, per quanti sforzi tu faccia, alcune cose non te le puoi lasciare alle spalle, e, una volta che hai intravisto certe cose nel cuore di una persona anche molto cara, non puoi più dimenticarle.

La Abbott era una totale incognita, ed è stata una bella sorpresa. Un'ambientazione ordinaria, una situazione ordinaria, che improvvisamente si sposta sul dramma. Quanto conosciamo le persone che ci circondano, anche quelle che ci sono più vicine? E come si può reagire quando ci si trova all'improvviso in una situazione fuori dall'ordinario? Qualcosa che ci tocca nel profondo, che ci sconvolge e ci impedisce di rimanere come eravamo prima.

La canzone di Nora di Cecilia Holland

Nel drammatico racconto che segue, [Holland] ci presenta l'apoteosi della famiglia disfunzionale, che per tanti anni, a causa di un conflitto tra tante ambizioni sfrenate, ha gettato l'Inghilterra in sanguinose guerre civili: re Enrico II, la sua regina, Eleonora d'Aquitania e i loro otto litigiosi figli. Tutti mortali come cobra. Persino i più piccoli.

Questo è il racconto che mi è piaciuto meno, e non perché la Holland non sappia scrivere. Io non ho visto questa pericolosità da cobra in tutta la famiglia, non nel racconto. Sapere cosa hanno fatto storicamente quei personaggi conta poco, la ragione d'essere del racconto deve trovarsi nel racconto stesso, e io non l'ho vista. Mi è sembrato, piuttosto, il frammento di un'opera più vasta, con veleni sotterranei, qualche potenzialità ma alla fine nulla per cui appassionarsi davvero. Però se un suo romanzo dovesse essere tradotto una possibilità glie la potrei anche dare.

In queste pagine, [Snodgrass] ci porta su un pianeta lontano per mostrarci che anche in una società in cui le navicelle spaziali sfrecciano nella notte e gli alieni si mescolano agli umani nelle affollate strade della città, i giochi di cui si può cadere vittima sono molto, molto antichi.

Ennesimo cambio di ambientazione, dal romanzo storico passiamo alla fantascienza. La gran parte del racconto consiste in un personaggio che racconta a un altro la vicenda che lo ha visto protagonista, ammesso che il narratore stia dicendo la verità, e si chiude con l'interrogativo del protagonista. Credere o non credere? La Snodgrass è la principale collaboratrice di Martin della serie delle Wild Cards, suoi sono il dottor Tachyon e suo nipote Blaise, il racconto Tempi bui compreso in L'origine è uno dei più belli del libro. C'era davvero, o era una mia fantasia, un'atmosfera in comune con le Wild Cards? Impalpabile, certo, eppure qualcosa sentivo, e non credo fosse solo una suggestione indotta dal nome dell'autrice. Qualche elemento mi ha infastidita, ma anche questa è una cosa che nelle Wild Cards ritrovo e che posso accettare perché non troppo invadente e inserito in un contesto che mi piace. Nel complesso è un ottimo racconto, e la domanda finale adeguatamente inquietante.

L'autore bestseller del "New York Times" Jim Butcher è noto soprattutto per la serie Dresden Files. Il protagonista Harry Dresden, un mago in affitto che si avventura negli ambienti più sordidi per lottare contro le oscure creature del mondo soprannaturale, è uno dei più celebri personaggi di fantasia del Ventunesimo secolo; ha avuto persino una serie televisiva dedicata. [...]

In questo racconto, la giovane protetta di Harry, nel tentativo di combattere da sola le forze delle tenebre, scopre che il suo mentore è quasi inimitabile, ma che, se vuole sopravvivere, deve imparare al più presto a imitarlo.

Di Jim Butcher è arrivato in Italia un solo romanzo, Le furie di Calderon, primo volume della serie Codex Alera. Il secondo volume, L'Accademia delle furie, era stato annunciato ma non è mai stato pubblicato. La collana in cui Rizzoli aveva pubblicato il primo romanzo, HD, non vendeva. Può sembrare strano ma è così, era un'intera collana di un editore importante a non vendere, e l'editore l'ha giustamente soppressa, anche se quella manciata di lettori che hanno comprato i libri li hanno apprezzati. Peccato che dopo questo racconto io sia curiosa di leggere altre storie di Butcher, probabilmente cercherò di recuperare il fuori catalogo e poi forse passerò alla lettura in inglese.

La narrazione è in prima persona, io di solito preferisco la terza ma se la storia è scritta così bene questo non è certo un problema. La protagonista è una maga che svolge attività investigativa alle prese con un caso difficile, e il suo modo di fare mi ha decisamente affascinata.

Raisa Stephanova di Carrie Vaughn

Nel racconto movimentato e avvincente che segue, [Vaughn] ci porta sulle linee del fronte russo durante i giorni più bui della Seconda guerra mondiale, per raccontarci la storia di una ragazza che pilota aerei in pericolose missioni, ed è decisa a continuare a fare il suo dovere anche a costo di perdere la vita, evenienza molto probabile.

Carrie Vaughn è un'altra autrice che conosco dalle Wild Cards, anche se dopo aver creato Spettra in L'origine non ha più collaborato alla serie, almeno fino a dove ho letto io. Dozois ricorda i suoi libri della serie di Kitty Norville, una donna-lupo che presenta alla radio un programma notturno di consigli per creature soprannaturali. Urban fantasy? In genere giro al largo, anche se ho letto commenti molto positivi su questa serie. E dopo aver letto Raisa Stephanova, il racconto che più mi è piaciuto all'interno di La principessa e la regina e altre storie di donne pericolose, sto valutando l'opportunità di darle una possibilità in inglese.

Ogni tanto mi domando anch'io cosa voglio dai libri. Leggo fantasy - non solo, ma è innegabile che questo è il genere a cui dedico le maggiori attenzioni -eppure a volte ci sono storie che amo proprio perché non sono fantasy e le vicende narrate sono realmente accadute. O potrebbero essere accadute, in fondo questo è un racconto di fantasia, ma le donne pilota in Russia c'erano davvero e questo elemento di realismo, pensare che donne come Raisa siano veramente vissute, mi fa amare la storia ancora di più. Forse perché non sono donne che stanno a casa a fare la calza mentre gli uomini combattono. La stessa Raisa ha dovuto superare diverse difficoltà per il semplice fatto di essere donna prima di potersi sedere nell'abitacolo del suo aereo. E forse Raisa mi piace anche perché mi fa pensare a Ludmila Gorbunova, pilota delle Forze Aeree Russe nella tetralogia Invasione di Harry Turtledove, la nostra mente fa sempre collegamenti con ciò che già conosciamo. Fatto sta che il racconto è proprio bello.

Qui [Lansdale] ci presenta la regina delle cattive, una donna capace di lanciare incantesimi, macumbe e malocchi a ogni uomo che incontra; una ragazza che assomiglia a una bella mela rossa con un verme al centro, che se un prete la vedesse per strada tornerebbe a casa a tagliarsi la gola. Un personaggio, insomma, che può uscire solo dalla penna di Lansdale.

Joe Lansdale non ha certo bisogno di presentazioni, io ho letto quattro romanzi suoi ( In fondo alla palude, L'ultima caccia, Echi perduti e Il carro magico) e dovrei degnarmi di leggere qualcos'altro perché l'autore è bravo. Sono anni che punto La sottile linea scura, ma la lista dei libri che vorrei leggere è talmente lunga che ho smesso di aggiornarla, almeno in forma scritta. Ho deciso che se di un libro non riesco a ricordare il suo titolo allora non mi interessa così tanto, in fondo un qualche criterio di selezione lo devo pur adottare. La sottile linea scura è ancora lì che aspetta.

La donna pericolosa si vede poco, la storia è incentrata su altri due personaggi, anche se la vita di uno dei due è dominata da quella donna. Una storia di formazione, alcuni bulli, la lotta. Elementi comparsi in chissà quante storie, ma come sempre la differenza la fa come questi elementi sono mescolati e utilizzati.

Nella poetica, autunnale storia che segue, [Lindholm] ci mostra che anche il cane più anziano, bianco di muso e lento di passo, può vivere un ultimo momento di gloria.

Megan Lindholm è Robin Hobb, anche se sarebbe più corretto dire che entrambi sono pseudonimi di Margaret Astrid Lindholm Ogden.

Della Hobb ho letto la Saga dei Lungavista, troppo lenta all'inizio, interessante nella parte centrale e con un finale che non mi è piaciuto, la saga dei Mercanti di Borgomago, davvero molto bella, e la Trilogia del figlio soldato, bella all'inizio ma con un terzo volume che è stato davvero un malloppazzo indigesto. Questo racconto all'inizio ci porta in un'altra situazione quotidiana, una donna anziana alle prese con una vicina strana e le difficoltà dell'invecchiamento, poi mi ha fatto pensare a Le mie due vite di Jo Walton, e infine è diventato qualcos'altro ancora. E in tutte le sue trasformazioni io ero con il fiato sospeso, ansiosa di sapere cosa sarebbe accaduto. Il ritmo per la verità è lento, non è una di quelle storie incalzanti che pure ci sono in quest'antologia, ma l'atmosfera è resa benissimo, e io ero pienamente al suo interno.

Ecco una storia raggelante su una donna pericolosa con un piano pericoloso e le peggiori intenzioni, che forse avrebbe dovuto riflettere un attimo di più sulla faccenda...

Di Block sono stati tradotti diversi libri, anche se una parte non sono più in commercio, il racconto mi è piaciuto, anche se a tratti mi ha disturbata e qualche frase qua e là l'avrei tagliata, ma non conto di leggere nessun romanzo suo. Questo è duro, fin troppo, ma per quanto sia stato capace di sorprendermi e pure di farsi apprezzare non sono queste le storie che amo leggere. Una può bastare.

Alla fine si tratta di un ottimo libro, che mantiene alte le mie aspettative per la seconda parte dell'antologia.


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