George R.R. Martin e la nascita de Le cronache del ghiaccio e del fuoco/2

Creato il 20 marzo 2015 da Martinaframmartino

Ieri ho iniziato a leggere e commentare la lettera con cui George R.R. Martin presentava la saga che aveva iniziato a scrivere da poco, Le cronache del ghiaccio e del fuoco, al suo agente Ralph Vicinanza nella speranza di trovare un editore. Proseguo la lettura, ma vi avviso che nel testo di oggi sono presenti numerosi spoiler con il confronto fra il progetto originario e la trama definitiva della storia, e soprattutto l’indicazione del nome di cinque personaggi che dovrebbero sopravvivere agli eventi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Certo, questa lettera risale al 1993, molti dettagli sono cambiati — uno per tutti non c’erano le Nozze Rosse — ma i personaggi che già all’epoca Martin indicava come destinati alla morte sono tutti morti entro i primi cinque libri della saga, e lo scrittore ha sempre affermato di non aver cambiato il destino ultimo dei personaggi principali rispetto a quanto pianificato all’inizio. Gli spoiler vanno oltre a quanto fino a ora pubblicato da Martin, perciò leggete a vostro rischio e pericolo.

Dalle pagine della lettere emerge, fra l’altro, un gioco di intrighi e tradimenti più vicino alla Guerra delle due rose di quanto non sia ora.

“Cinque personaggi centrali attraverseranno tutti e tre i volumi, tuttavia, trasformandosi da bambini in adulti e cambiando il mondo mentre cambiano loro. Da un certo punto di vista, la mia trilogia è quasi una saga generazionale che racconta la vita di questi cinque personaggi, tre uomini e due donne. I cinque personaggi chiave sono Tyrion Lannister, Daenerys Targaryen e tre dei figli di Grande Inverno, Arya, Bran e il bastardo Jon Snow. Tutti loro sono stati in una certa misura introdotti nei capitoli che ti ho inviato.

Questo sarà (spero) epico. Epico nella scala, epico nell’azione ed epico nella lunghezza. Tutti e tre i volumi saranno di grosse dimensioni, fra le 700 e le 800 pagine manoscritte.”

Di nuovo si trovano alcune parole indistinguibili a causa di alcuni riflessi presenti sulla fotografia, ma l’indicazione di chi dovrebbe sopravvivere è chiara. Questo significa — a meno di improbabili cambiamenti — che Jon Snow non è stato ucciso dalle pugnalate che gli sono state inferte alla fine della Danza dei draghi, o in alternativa che in qualche modo tornerà in vita. Non solo, questo è proprio il tipo di informazioni che Martin non avrebbe voluto veder pubblicato, perché dona al lettore la certezza che almeno cinque personaggi non possono morire. Anne Groell, l’editor della saga, aveva affermato in passato che avrebbe voluto pubblicare questa lettera perché era molto interessante, ma che intendeva farlo a saga completata. La fuga di notizie con la diffusione delle foto quindi è qualcosa che non può far piacere a nessuno dei diretti interessati.

I nomi, fino a questo momento, vanno tenuti per buoni. Sono troppe le volte in cui Martin ha dichiarato che la sorte che intende riservare ai personaggi principali è rimasta la stessa nel corso degli anni per pensarla diversamente. Ora però sono cambiate le cose a livello di pubblico, con una rivelazione dalla portata enorme. Quando tutti i lettori erano preoccupati per gli eventuali spoiler che sarebbero potuti arrivare dalla quinta stagione di Il Trono di spade, che HBO inizierà a trasmettere il prossimo 12 aprile 2015, gli spoiler sono arrivati da un’altra fonte.

George cambierà la storia uccidendo qualcuno di questi personaggi? È improbabile. Solo qualche mese fa lo scrittore aveva dichiarato che anche se alcuni fan hanno intuito con notevole precisione lo svolgersi degli eventi futuri lui non intendeva cambiarli. Ha disseminato troppi indizi nelle sue pagine, indizi che portano inevitabilmente la storia in una determinata direzione, e cambiare la trama per il solo gusto di sorprendere quei lettori finirebbe con l’indebolire tutta la saga. Malgrado la rivelazione contenuta nella lettera, quest’affermazione sembra ancora valida. Quanto agli altri, la loro esclusione dall’elenco di coloro che sopravviveranno non va presa come certo indizio del fatto che lo scrittore gli stia preparando un bel funerale, con la possibile eccezione di Sansa. La frase infatti dice esplicitamente che cinque personaggi attraverseranno tutti e tre i volumi ipotizzati in quel momento, ma non fa alcun accenno al destino di coloro che compaiono in seguito. Theon e Davos diventano punti di vista in A Clash of Kings, romanzo che all’epoca Martin non sospettava neppure che avrebbe scritto, Jaime e gli altri ancora più tardi perciò da questa prospettiva possono quasi essere considerati dei protagonisti minori, importanti ma non il fulcro della storia. Sansa è l’unico punto di vista apparso in A Game of Thrones che non compare nell’elenco dei vivi e che, almeno al momento, non è (ancora?) morta.

Da notare che il progetto iniziale parlava di tre libri di 700-800 pagine, e che al momento siamo a un totale di cinque libri su sette previsti, tutti più lunghi di quanto ipotizzato all’inizio.

Martin proseguiva la sua lettera spiegando che aveva le idee molto precise riguardo a come si sarebbe svolto il primo volume con le cose che, “temeva”, sarebbero andate sempre peggio per “i poveri Stark” prima di migliorare. Sia lord Eddard Stark che sua moglie Catelyn Tully erano condannati e sarebbero morti per mano dei loro nemici. Ned avrebbe scoperto cos’era accaduto al suo amico Jon Arryn ma non sarebbe riuscito a fare nulla sulla base di questa scoperta. Presumibilmente avrebbe voluto informare Robert, ma le parole della lettera sono indistinguibili e si riesce solo a capire che Eddard sarebbe stato accusato di tradimento dal figlio di Robert, Joffrey, personaggio decisamente non “simpatico”. Prima di essere catturato comunque Ned sarebbe riuscito a far tornare sua moglie e sua figlia Arya a Grande Inverno.

Queste poche righe mostrano un chiaro legame con la storia che tutti conosciamo, con la morte di Ned che presumibilmente era stata prevista più o meno negli stessi termini in cui la conosciamo noi, ma anche significative differenze visto che in Il Trono di spade Catelyn riparte da Approdo del Re poco dopo esservisi recata di nascosto e che Arya riesce a fuggire da sola in Il Grande inverno.

“Entrambe le famiglie rivali scopriranno di avere al loro interno un membro dalla dubbia fedeltà. Sansa Stark, sposata a Joffrey Baratheon, gli donerà un figlio che sarà il nuovo erede al trono, e nel momento della crisi lei preferirà il marito e il figlio ai genitori e ai fratelli, una scelta che più tardi rimpiangerà con amarezza. D’altra parte Tyrion Lannister aiuterà sia Sansa che sua sorella Arya, diventando sempre più disincantato nei confronti della sua stessa famiglia.

Il giovane Bran uscirà dal coma dopo uno strano sogno profetico solo per scoprire che non camminerà mai più. Si rivolgerà quindi alla magia, in un primo momento nella speranza di recuperare l’uso delle gambe e in seguito per la sua stessa salvezza. Quando suo padre Eddard Stark sarà giustiziato vedrà l’ombra della sventura abbattersi su tutti loro, ma nulla di quello che dirà fermerà suo fratello Robb, impegnato a chiamare i suoi vassalli per ribellarsi. Robb vincerà diverse splendide battaglie e in uno di questi scontri mutilerà Joffrey Baratheon, ma alla fine non sarà in grado di tenere il campo contro le forze di Jaime e Tyrion Lannister e dei loro alleati. Robb Stark morirà in battaglia, e Tyrion Lannister assedierà e brucerà Grande Inverno.”

Con il tempo lo scrittore deve aver accentuato le caratteristiche negative di Joffrey se all’inizio si limitava a definirlo “non simpatico” e Sansa si schierava dalla sua parte nel conflitto fra le due famiglie. È vero che anche nella versione pubblicata è Sansa che inconsapevolmente tradisce i piani di Ned, ma nel momento in cui il nuovo re giustizia suo padre lei perde ogni affetto nei confronti di Joffrey, sentimento che qui sembra svanire molto dopo. Di mezzo c’è anche un matrimonio fra i due, il che cancella Margaery Tyrell e probabilmente anche tutta la sua famiglia, e un figlio che ovviamente sarebbe dovuto diventare l’erede al trono. Joffrey inoltre si recava sul campo di battaglia, il che fa sospettare che nella prima versione potesse essere più grande e dotato almeno di qualche caratteristica marziale, oltre alla crudeltà e alla meschineria con cui lo conosciamo. Anche Sansa del resto inizia i romanzi come una bambina e non può certo avere figli perciò in questa prima versione della storia è più grande. La differenza d’età però potrebbe essere dovuta solo al fatto che Martin pensava di far trascorrere più tempo fra l’inizio della storia e il precipitare degli eventi, e in questo tempo i personaggi avrebbero avuto modo di crescere.

Non particolarmente cambiata la trama di Bran, ma va notato che Robb decideva di partire per la guerra dopo l’esecuzione del padre e non quando questi era ancora prigioniero. Non c’erano l’assedio di Delta delle Acque da parte di Jaime e la cattura di Jaime stesso né le Nozze Rosse e la morte di Robb avveniva con il più tradizionale modo di uno scontro nel corso della guerra. Che Robb dovesse morire per Martin era una cosa evidente fin da subito. Lui voleva evitare i cliché del genere, il che significava non solo uccidere quello che all’inizio sembrava l’eroe della situazione, Ned Stark, ma anche il suo erede, colui che avrebbe dovuto vendicare il precedente eroe nel caso di un suo fallimento. Una morte su un campo di battaglia però non sorprende nessuno, al massimo è dolorosa, mentre tutta la vicenda dei Frey sconvolge completamente il lettore. L’effetto è molto più forte, George ha certo rinforzato la sua storia ma per farlo ha dovuto allungare i libri inserendo nuovi personaggi e nuovi snodi narrativi.

Manca Tywin Lannister, e si può solo provare a immaginare quanto più debole sarebbe stata la saga senza un personaggio carismatico come lui e quanto sarebbe stato diverso Tyrion, che con il padre ha un rapporto molto conflittuale. Nessun accenno alla figura intrigante di Ditocorto e soprattutto manca completamente casa Greyjoy con le vicende di Theon e la ribellione di Balon. Grande Inverno è sempre stato destinato a essere bruciato, ma il fatto che a farlo sia Tyrion avrebbe sì aumentato le sue doti marziali ma anche diminuito gli intrighi, uno degli aspetti più affascinanti dell’intera storia.

“Jon Snow, il bastardo, rimarrà nel lontano nord. Maturerà in un ranger di grande audacia, e alla fine succederà a suo zio come comandante dei Guardiani della notte. Quando Grande Inverno brucerà Catelyn Stark sarà costretta a fuggire a nord con suo figlio Bran e sua figlia Arya. Inseguita dai Lannister, cercherà rifugio alla Barriera, ma gli uomini dei Guardiani della notte lasciano le loro famiglie quando prendono il nero e Jon e Benjen non saranno in grado di aiutarli, con grande sofferenza di Jon. Questo porterà a una certa tensione fra Jon e Bran. Arya sarà più propensa a perdonare… fino a quando non realizzerà con terrore di essersi innamorata di Jon, che non solo è il suo fratellastro ma anche un uomo dei Guardiani della notte, e quindi votato al celibato. La loro passione continuerà a tormentare Jon e Arya nel corso della trilogia, fino a quando il segreto sulla vera parentela di Jon non sarà rivelata nell’ultimo libro.”

La prima considerazione riguarda la vera parentela di Jon Snow. In questi diciotto anni sono nate moltissime teorie riguardo all’identità della madre di Jon. La più accreditata, alla quale spesso i fan si riferiscono con la formula R+L=J, vuole che Jon sia figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark. Se questo fosse vero Ned sarebbe lo zio e non il padre di Jon, e in un mondo in cui da sempre i Targaryen si sposano fra fratelli e sorelle una relazione fra due cugini (con Jon che sarebbe un Targaryen, per cui per lui l’incesto sarebbe considerato una cosa normale) non sarebbe particolarmente sconvolgente. Il brano quindi sembra l’ennesima conferma della teoria R+L=J. Quanto alla relazione fra Jon e Arya, che i due siano particolarmente legati è sempre stato evidente, anche se la svolta è piuttosto importante e potrebbe non essere gradita da tutti. Jon risulta un ranger, non un attendente, non c’è traccia di Jeor Mormont e in compenso non si sono perse le tracce di Benjen Stark. Insomma, anche in questo caso la prima trama era molto più semplice.

“Abbandonati dai Guardiani della notte, Catelyn e i suoi figli capiranno che la loro unica speranza di salvezza si trova ancora più a nord, oltre la Barriera, dove saranno catturati da Mance Rayder, il Re oltre la Barriera, e potranno dare un terribile sguardo agli inumani Estranei quando questi attaccheranno l’accampamento dei Bruti. La magia di Bran, la spada di Arya, Ago, e la ferocia dei loro meta-lupi li aiuteranno a sopravvivere, ma la loro madre Catelyn morirà per mano degli Estranei.”

Bran dunque è sempre stato destinato ad andare oltre la Barriera, anche se le sue capacità magiche avrebbero dovuto essere molto più sviluppate di quanto non siano nella storia che conosciamo. Al suo fianco ci sarebbe dovuta essere Arya, che invece sta sviluppando una propria trama in modo del tutto diverso. Arya è stata sostituita da un’altra fanciulla molto determinata, Meera Reed. Sparite le Nozze Rosse Catelyn sarebbe dovuta morire in un modo completamente diverso da quello che conosciamo, anche se fa un po’ sorridere il vedere che si imbatte comunque n qualcuno che è tornato indietro dalla morte. Lord Beric è meno terrorizzante di Estranei e non-morti, ma qualche elemento è rimasto pur se con imprevedibili trasformazioni.

La vecchia ipotesi di far morire Catelyn così a nord fa sospettare che le azioni che sta compiendo nelle Terre dei Fiumi dopo il tradimento dei Frey non saranno fondamentali per l’intera trama. Il sospetto però era già venuto quando Michelle Fairley, che ha prestato il volto a Catelyn Tully in Il Trono di spade, dopo la terza stagione aveva affermato che il suo ruolo si era esaurito.

Domani mi sposterò nel continente di Essos con Daenerys e arriverò alla fine della lettera.



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