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George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf

Creato il 17 novembre 2013 da Martinaframmartino

George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf“Senz’altro”.

Davvero serve una spiegazione? Allora ve la darò. Senz’altro. Anche se Haviland Tuf usa abitualmente queste parole con donandogli un’inflessione diversa da quella che gli sto donando io. Io però, a differenza sua, non sono larger than life, e mi devo arrangiare come posso.

Partiamo dall’inizio. Alla fine dello scorso mese Mondadori ha dato alle stampe Il viaggio di Tuf, antologia di racconti di George R.R. Martin. È dallo scorso marzo, dal tempo della riunione Mondadori che i miei lettori più vecchi mi hanno sentito citare ripetutamente, che so che Tuf Voyaging sarebbe stato tradotto. A fine luglio mi era stato anche comunicato il titolo ipotetico, poi divenuto definitivo. Secondo voi io ero interessata a comprare il libro? Senz’altro.

Va bene, la pianto perché sto diventando ripetitiva, ma in genere quando Tuf pronuncia quelle parole per qualcuno potrebbero esserci guai in vista, o si prospetta una situazione particolarmente divertente o… Tuf è molto flemmatico. Molto molto. Per capire quanto dovreste leggere i racconti che lo vedono come protagonista. Io l’ho fatto, e più sotto inserirò qualche commento. Prima però per non scrivere cose che ho già detto altrove ripropongo il pezzo di FantasyMagazine con cui ho segnalato l’uscita del libro. La maggior parte delle informazioni derivano dall’antologia Dreamsongs, da quelle famose introduzioni che Mondadori non ha mai tradotto. Fra le mie fonti però ci sono anche il blog di Martin e numerose interviste.

George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf
Il personaggio di Haviland Tuf, l’eccentrico viaggiatore delle stelle vegetariano e amante dei gatti, è stato creato da George R.R. Martin verso gli inizi della sua carriera, quasi quarant’anni fa. Il primo racconto che lo vede protagonista, Una bestia per Norn, risale infatti al 1976, anche se una versione più lunga e ampiamente modificata è stata pubblicata nel 1986.

Da lettore Martin amava leggere serie di storie dedicate a uno stesso personaggio. Fra i suoi personaggi preferiti ci sono l’Elric di Melniboné di Michael Moorcock, il Solomon Kane di Robert E. Howard o Fafhrd e il Grey Mouser di Fritz R. Leiber nella fantasy e il Dominic Flandry e il Nicholas van Rijn di Poul Adnerson, gli Elijah Baley e R. Daneel Olivaw di Isaac Asimov o il Magnus Ridolph di Jack Vance nella fantascienza. E, da scrittore, è sempre stato ben consapevole che avere un personaggio amato consente di vendere facilmente ogni successiva storia dedicata a quel personaggio. Ma, come ha ricordato lo stesso George nell’antologia Dreamsongs, tutte le serie da lui immaginate si sono interrotte dopo al massimo tre racconti. Con Tuf le cose sono andate meglio, ma per scrivere i sette racconti che alla fine sono confluiti nel Viaggio di Tuf gli sono serviti ben nove anni.

Nel 1975 la parola ecologia era estremamente popolare, perciò il giovane scrittore si è ritrovato a riflettere sulle possibilità narrative offerte dalla creazione di una specie di ingegnere genetico che si spostava di mondo in mondo per risolvere — o, in qualche caso, creare — problemi ecologici. Lo spazio di manovra per lui sarebbe stato estremamente vasto, e per quanto ne sapeva nessuno aveva mai realizzato nulla di simile. Perché i racconti funzionassero l’elemento fondamentale era il protagonista che doveva essere, per usare le parole di Martin, larger than life. Per non sparire fra le pagine diveva essere al di fuori della norma, e assolutamente eccezionale nella sua specializzazione.

Da queste considerazioni è nato Haviland Tuf, mercante, amante dei gatti, vegetariano con una passione per i funghi, alto, sovrappeso, pallido e pelato, pignolo e formale fino all’esasperazione.

George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf
Una bestia per Norn è del 1976, il secondo racconto, Chiamatelo Mosè, del 1978. Il tempo per scrivere però era poco visto che all’epoca George insegnava al Clark College di Dubuque e che anche altre storie chiedevano di essere narrate. Quando, nel 1979, si è trasferito a Santa Fe, la sua attenzione si è spostata sui romanzi con Il battello del delirio pubblicato nel 1982, Armageddon Rag nel 1983 e il 1984 dedicato a Black and White and Red All Over. Quest’ultima opera, che nella mente di Martin rimarrà sempre il suo quinto romanzo dopo In fondo il buio (1977), Il pianeta dei venti (1981) e i già citati Il battello del delirio e Armageddon Rag, non sarebbe stata pubblicata che molti anni più tardi e in versione incompiuta.

Armageddon Rag si sarebbe rivelato un tale fiasco da un punto di vista commerciale da spingere tutti gli editori a rifiutare il suo successivo romanzo. Black and White and Red All Over, o almeno la parte scritta da Martin prima dei molteplici rifiuti, sarebbe arrivato in libreria solo nel 2001 all’interno dell’antologia Quartet, pubblicata sull’onda del successo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.

Chiusa temporaneamente, suo malgrado, l’attività di romanziere, Martin ha dovuto capire come fare a pagare i conti. In suo aiuto sono venuti i racconti.

Chiamatelo Mosè, così come il successivo Guardiani (1981) erano stati pubblicati su Analog, rivista che avrebbe sempre acquistato ogni nuovo capitolo della saga. Ad Analog, sotto la direzione di Ben Bova prima e Stanley Schmidt poi, ha lavorato Betsy Mitchell, prima di passare alla Baen Books. E, come editor della Baen, la Mitchell avrebbe voluto pubblicare un’antologia dei racconti di Tuf, solo che Martin non ne aveva scritti abbastanza. Nel 1984 però George non era nelle condizioni di poter ignorare un’opportunità di questo tipo, così si è nuovamente concentrato sul suo vecchio personaggio.

George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf
La stella del morbo, un lungo racconto che di fatto è diventato l’inizio della storia di Tuf, è stato pubblicato su Analog in due puntate fra il gennaio e il febbraio del 1985. Nel corso dell’anno sono usciti altri tre racconti, Pani e pesci, Fare il bis e Manna dal cielo. A quel punto George ha ripreso in mano Una bestia per Norn, vecchio di dieci anni, lo ha parzialmente riscritto espandendolo in alcuni punti e rendendolo più in linea con la successiva evoluzione del personaggio e ha riunito i testi nell’antologia Tuf Voyaging, pubblicata nel 1986.

A questa prima raccolta avrebbe dovuto far seguito una seconda intitolata Twice as Tuf, ma subito dopo aver firmato un contratto relativo a quel libro lo scrittore entrava a far parte della produzione di Ai confini della Realtà e le nuove storie di Tuf non avrebbero mai visto la luce.

In realtà a Martin piacerebbe poter scrivere nuove storie, e le idee in proposito non gli mancano. Quello che non ha è il tempo, visto che il suo principale impegno come scrittore in questo momento si chiama The Winds of Winter.

George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf

Conleth Hill/Varys

Ha anche provato a suggerire la realizzazione di una serie televisiva. Le difficoltà che ostacolano un progetto di questo tipo però sono molte, dai costi enormi alla predilezione delle televisioni per capitani affascinanti, ben diversi da quello narrato da lui. A suo giudizio Conleth Hill, che nel Trono di spade ricopre il ruolo di Varys, potrebbe essere un eccellente Tuf, ma in realtà queste sono solo speculazioni che difficilmente troveranno un riscontro nella realtà.

Anche se si tratta di racconti piuttosto datati solo due, Manna dal cielo e Fare il bis (all’epoca però il titolo originale Second Helpings in traduzione era diventato Il collezionista) erano già stati tradotti in italiano rispettivamente nei volumi da edicola Millemondinverno 1986 e Millemondiestate 1988. Si tratta perciò della prima occasione per poter leggere nella nostra lingua una serie di racconti di fantascienza scritti dall’autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco ben prima della nascita della famosa saga.

George R.R. Martin: Il viaggio di Tuf
Fin qui la notizia. Ora passiamo ai commenti. Martin ha dichiarato che Tuf è uno dei personaggi da lui creati che gli somiglia meno, ma entrambi amano i gatti, ed entrambi hanno avuto un gatto di nome Dax. Che Una bestia per Norn sia diventato il quinto racconto anche se è stato il primo a essere scritto ci sta. In quel racconto Tuf si trova già a condurre un determinato stile di vita, e nei primi due racconti dell’antologia Martin ha mostrato come abbia fatto a ritrovarsi in quella situazione. Racconti belli e necessari, che donano solidità a tutto il volume. Dreamsongs contiene la prima versione del racconto Una bestia per Norn, quella del 1976, e mi sa che prima o poi la leggerò, se non altro per desiderio di completezza.

Che il protagonista di questi racconti non si dimentichi facilmente è vero: sembra che niente possa scalfirlo, riesce a spiccare in ogni circostanza e quel “senz’altro”, detto con il tono più piatto possibile, è un’arma efficacissima. Così come lo è Dax. E poi qua e là ci sono battute gustosissime, come quando vengono citati coppie di amanti famosi della cara vecchia Terra. Ok, sono passati millenni, molti dettagli storici o mitologici sono andati perduti, come dimostra anche una certa confusione fra Mosè e Noè, ma esistono accoppiamenti davvero esilaranti, come quello relativo alle famose coppie di amanti. Romeo e Giulietta ok, Sansone e Dalila pure anche se lei ha tradito lui e lo ha venduto ai suoi nemici, ma Sodoma e Gomorra erano due città. E dell’ultima coppia vogliamo parlare? Marx e Lenin. C’è da stupirsi se sono scoppiata a ridere?

Ma non è solo risate questa gustosissima antologia. Parla di problemi ambientali, ingegneria genetica, etica, di cosa comporti il detenere un potere assoluto, della divinità. Se, come dicono in molti, il compito della fantascienza è di fare domande, qui di domande ce ne sono parecchie, e pure belle scomode. Sono poste, però, in forma tale che il divertimento è assicurato. Se Martin dovesse mai decidere di scrivere l’ipotetico Twice as Tuf mi troverebbe ancora una volta fra i suoi lettori. Senz’altro.



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