Posted 5 novembre 2013 in Georgia, Slider with 0 Comments
di Emanuele Cassano
Dopo aver cambiato nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica con l’elezione di Giorgi Margvelashvili, evento che ha segnato la fine dell’era Saakashvili, in Georgia ci si appresta a sostituire nuovamente anche il Primo Ministro. Il premier georgiano Bidzina Ivanishvili, che aveva annunciato di volersi dimettere entro la fine dell’anno dopo le elezioni presidenziali, ha infatti affermato di voler lasciare la propria carica il 17 novembre, in seguito all’insediamento ufficiale del neoeletto Margvelashvili.
Come suo successore Ivanishvili ha scelto Irakli Garibashvili, attuale Ministro degli Interni e grande alleato del premier dimissionario. L’investitura di Garibashvili sarà ufficializzata dopo che la sua candidatura avrà ottenuto la fiducia del parlamento, una formalità dato che il Sogno Georgiano di Ivanishvili possiede la maggioranza assoluta all’interno della camera. Grazie alla recente riforma costituzionale che ha ampliato notevolmente i poteri del Primo Ministro rispetto a quelli del Presidente della Repubblica, Garibashvili sarà dunque l’uomo con maggiore potere nel paese.
Ivanishvili si dimette dopo un solo anno di governo (era in carica dall’ottobre 2012), un anno nel quale ha deluso molte delle numerose aspettative che si erano create in seguito alla sua salita al potere. Di quanto promesso durante la sua campagna elettorale poco o nulla è stato realmente fatto; il paese si ritrova infatti tutt’ora in una difficile situazione economica aggravata dal problema della disoccupazione, fenomeno che sembra essere in continua crescita. Neanche le relazioni con la Russia hanno visto concreti passi in avanti, nonostante l’iniziale ottimismo di Ivanishvili, e i due paesi continuano a non intrattenere rapporti diplomatici.
In fondo però Ivanishvili può dimettersi con la consapevolezza di avere centrato quello che era fin dall’inizio il suo obiettivo principale: estromettere dalla guida del paese Saakashvili e il suo United National Movement dopo un predominio assoluto che durava ormai da dieci anni. Infatti nonostante l’UNM rimanga comunque il principale partito dell’opposizione, l’enorme calo di fiducia registrato nell’ultimo anno e mezzo e le due recenti sconfitte elettorali hanno inflitto un colpo quasi mortale al partito di Saakashvili, che farà molta fatica a superare l’uscita di scena del proprio leader, soprattutto adesso che il Sogno Georgiano ha ottenuto l’intero controllo del paese.
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