di Michael Biasin*
Ivanishvili ha fatto fortuna in Russia e da sempre aiuta in maniera importante la popolazione georgiana finanziando ospedali, orfanotrofi ma anche chiese e teatri. Per anni ha aiutato lo stato della Georgia in costante crisi di liquidi a pagare in parte gli stipendi degli statali. Quello che più preoccupa è il motivo di questa discesa in campo, si sono fate molte congetture, ma sembra chiaro che sia sostenuto, non solo spirutualmente, da Putin, di cui si considera amico. Lo zar di Russia, dopo i disastrosi risultati delle proteste georgiane organizzate dalla Burjanadze e da lui finanziate, che hanno dimostrato il modesto seguito di cui gode la leader del Partito Democratico, sta puntando tutto su Ivanishvili per mettere di nuovo le mani sulla Georgia. Le mire espansionistiche ed imperalistiche della Russia e dei russi sono sempre estremamente forti, e la Georgia è cosiderata dall’ingombrante vicino solo un provincia ribelle dell’impero russo da riportare il prima possibile sotto il suo controllo.
Il programma politico di Ivanishvili è ancora molto lacunoso, si è limitato ad attaccare Sakashvili ed il suo operato e a tendere la mano a tutti quei politici del Movimento nazionale delusi dall’attuale presidente. Il suo cammino fino ad ora è stato costellato da numerose gaffes, tra le quali quella di prendere come vice il calciatore Kaka Kaladze, che si è buttato in politica solo per assicurarsi un futuro visto che la carriera come calciatore volge al termine ed i suoi investimenti finanziari si sono rivelati quanto meno azzardati. Assolutamente controproducente è stato rendere nota la lista dei politici che lo seguiranno da cui emergono molti nomi legati al passato regime di Shevarnadze e quindi a Mosca.
Visto anche gli ultimi sondaggi negativi, Ivanishvili, forte della sua immensa fortuna, sta per cominciare una capillare campagna elettorale porta a porta come non se ne sono mai viste in questo Paese. Dall’altra parte, Sakashvili ha usato metodi sovietici per contrastare Ivanishvili, tra cui togliere al suo principale avversario il passaporto georgiano, rendendolo così ineleggibile, e chiudere “Maestro” il principale canale di opposizione.
Queste elezioni saranno seguite con attenzione dall’Europa e dagli Stati Uniti e la loro regolarità rappresenterà un tassello decisivo per una eventuale adesione nella NATO e per un avvicinamento all’Europa. Da capire sarà il ruolo che gli Stati Uniti assumeranno nei prossimi mesi, se sarà quello di semplice spettatore rischiando di perdere un fedele alleato nel Caucaso mettendolo nelle mani della Russia, o se interverranno in qualche modo per non perdere l’influenza in queste zone. Quindi la Georgia si ritrova in mezzo ad una guerra più grande tra le superpotenze russa e statunitense, con l’Europa di nuovo spettatrice inerme, sognando un futuro di effettiva e completa indipendenza che al momento sembra alquanto lontana.
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