Posted 27 ottobre 2013 in Elezioni ad est, Georgia with 0 Comments
di Michael Biasin
Giorgi Margvelashvili del partito Georgian Dream del primo ministro Ivanishvili trionfa alle elezioni presidenziali di oggi, andando oltre ogni più rosea aspettativa. Gli exit poll vedono l’ex ministro dell’educazione sbaragliare gli avversari che si devono accontentare delle briciole, David Bakradze del National Movement dell’ormai ex presidente Saakashvili raccoglie il 18-20% dei consensi mentre Nino Burjanadze, che si aspettava risultati mirabolanti, si deve accontentare di un misero 8-10%. Dopo solo mezz’ora dalla chiusura dei seggi, Bakradze ha riconosciuto la sconfitta ed ha fatto gli auguri ed i complimenti al nuovo presidente della Georgia. Scongiurata la coabitazione, i georgiani hanno votato per la continuità.
La vittoria, per quanto netta, deve fare i conti con un’affluenza bassissima, solo il 47% degli aventi diritto è andato a votare, quindi la maggioranza della popolazione ha preferito non recarsi ai seggi, forse perché sfiduciati da una classe politica che non sembra poter dare una risposta concreta agli endemici problemi del Paese.
Passate anche queste elezioni, ora Ivanishvili, che ha già annunciato le dimissioni, controllerà tutto il sistema politico georgiano e avrà le mani libere per poter realizzare quei progetti e quelle riforme di cui il Paese ha disperato bisogno. La situazione, però, non è facile, a fronte dei gravissimi problemi che affliggono il Paese, Ivanishvili deve rivedere i suoi rapporti con la Russia che da una parte dà segni di disgelo, apre il suo mercato ai prodotti georgiani, dall’altro avanza con le sue truppe nel territorio georgiano muovendo le frontiere. Ivanishvili, anche se non sarà più Primo Ministro, controllerà il governo dall’esterno e cercherà di tenere unita una coalizione che senza il suo prestigio, e i suoi soldi, potrebbe sfaldarsi.
Bisogna capire che farà l’ex uomo forte Saakashvili. L’ex presidente ha più volte dichiarato che non si ritirerà a vita privata, continuerà a lavorare in politica. Molti, però, vorrebbero vederlo in prigione, quindi, forse, potrebbe lasciare il Paese in attesa che si calmino le acque.
Con l’inglorioso risultato odierno del National Movement si conclude l’era di Saakashvili, un uomo un tempo amatissimo che ha perso completamento l’appoggio del popolo georgiano. Comincia a tutti gli effetti, l’era del Georgian Dream, che dovrà rimboccarsi le maniche per realizzare tutte le promesse della campagna elettorale e per non deludere un popolo che già in parte, visto la bassissima affluenza ai seggi rispetto alle elezioni parlamentari di un anno fa, gli ha voltato le spalle.
Foto: RFE/RL
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