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Georgia, un video-shock contro Saakashvili: “Oppositori torturati”

Creato il 22 settembre 2012 da Alessandroronga @alexronga

Georgia, un video-shock contro Saakashvili: “Oppositori torturati”Quando manca una decina di giorni alle elezioni parlamentari programmate per il 1° ottobre, quella appena trascorsa è stata una settimana di altissima tensione in Georgia, dove un video trasmesso da una Tv privata ha scatenato una serie di proteste contro il governo: nelle immagini si vedono agenti di polizia picchiare selvaggiamente alcuni detenuti, secondo il servizio molti legati a schieramenti d’opposizione al presidente Mikeil Saakashvili. Il video, risalente ad agosto, sarebbe stato  girato all’interno del carcere di Gldan e poi consegnato ai giornalisti da un’ex guardia carceraria fuggita in Belgio. Intervistato dal canale televisivo georgiano TV9, Vladimir Bedukadze (questo il nome dell’agente) ha raccontato di violenti pestaggi da parte della polizia ai danni dei detenuti, che in taluni casi avrebbero provocato la morte di alcuni di loro, ma anche di stupri ai danni di donne in stato di fermo e torture nei confronti di prigionieri psicolabili.

L’accusa più grave Bedukadze l’ha rivolta a un uomo molto vicino al presidente Saakashvili, il ministro degli Interni Bacho Akhalaia, che avrebbe dato l’ordine di insabbiare tutte le notizie riguardanti questa vicenda, inclusa una che lo riguarderebbe direttamente: esisterebbe infatti un video che proverebbe un suo diretto coinvolgimento nella morte dell’ex alto ufficiale della Difesa Sergo Tetradze,  avvenuta nel 2011 nel  carcere di Gldan, dove l’uomo si trovava rinchiuso con l’accusa di spionaggio. I rapporti ufficiali dell’amministrazione penitenziaria parlarono allora di un decesso avvenuto per arresto cardiaco, ma Bedukadze racconta che Tetradze morì a seguito di atroci violenze ordinate dallo stesso Akhalaia, e poste in atto dal suo braccio destro e capo dei servizi segreti Megis Kardava.

Bedukadze non lo dice apertamente, ma lascia intendere di aver assistito, se non addirittura preso parte a quell’esecuzione: “Chiedo perdono alla famiglia del colonnello Tetradze – ha dichiarato l’ex agente -, e sono pronto a rivelare altri particolari sulla sua morte, anche in tribunale”. Dove per adesso andranno a sedersi 15 guardie carcerarie accusate di torture nei confronti dei prigionieri, ma il numero degli imputati in questo scandalo è destinato con tutta probabilità a crescere.

Le immagini passate in video con le dichiarazioni di Bedukadze in sottofondo hanno avuto la potenza di una bomba, tanto che il ministro Akhalaia, travolto dallo scandalo, giovedì si è dimesso dal suo incarico. Ma a Tbilisi l’imbarazzo è fortissimo: Saakashvili, che ha condannato le violenze e ha esortato il governo a una radicale riorganizzazione del sistema penitenziario nazionale, sa di aver commesso l’ennesima gaffe nei confronti di Usa, Ue e Nato, che a luglio scorso avevano vibratamente criticato la nomina agli Interni di Akhalaia, figura molto inquietante per il suo discusso passato a capo dell’amministrazione penitenziaria, costellata da una serie di denunce per la violazione sistematica dei diritti umani.

Non è un momento facile per il leader di quella Rivoluzione delle Rose, che quasi dieci anni fa incantò chi pensava alla Georgia come parte integrante dell’Occidente e della Nato, e comunque politicamente lontana dall’ influenza di Mosca: da gennaio 2008, inizio del suo secondo mandato presidenziale, Saakashvili ha perso il suo “mentore” George W. Bush e faticato non poco per costruire delle relazioni stabili con Obama, mentre dopo la sciagurata guerra con la Russia, da lui provocata nell’agosto 2008, si è giocato anche una buona dose di credibilità agli occhi dell’Unione Europea. Non va meglio in patria, dove la crisi economica e le sfumature autoritarie del suo governo hanno di fatto cancellato gli ultimi resti della Rivoluzione del 2003, creando un malcontento che rischia di ripercuotersi sulle prossime elezioni presidenziali del 2013.


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