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Geox fa le scarpe a 90 operai

Creato il 09 luglio 2013 da Cassintegrati @cassintegrati

polegato_geoxUna sala gremita di lavoratori, ieri alla Geox Spa di Montebelluna, nel trevigiano: i 545 dipendenti erano tutti presenti all’assemblea per apprendere la notizia shock dei 90 esuberi annunciati dall’amministratore delegato del gruppo. L’assemblea più partecipata che la fabbrica ricordi. Anzi, la prima. Perché Geox non si era mai trovata ad affrontare una procedura di licenziamenti collettivi. Eppure i sindacati fino ad oggi non c’erano. Su 545 dipendenti veneti solo una persona è iscritta a un sindacato. «E’ una situazione anomala», riferisce Andrea Roncato della Uiltec di Treviso. «Non è normale che sia accaduto in un’azienda di questa portata». E Cgil, Cisl e Uil – ieri presenti come da regolamento per le procedure di esuberi – si trovano a licenziamenti annunciati senza sapere realmente cosa è successo: «Di fatto conosciamo poco l’azienda», ammette Gianni Boato della Femca Cisl, anche lui presente all’assemblea.

Come è potuto succedere? Per Boato: «L’azienda ha sempre provveduto a gestire i momenti positivi e non ha mai ritenuto di doversi interfacciare col sindacato». Un rapporto diretto, tra dipendente e dirigenza, in cui i sindacati non sono mai entrati. «Dobbiamo formare ora le nostre Rsu», dice Andrea Guarducci della Filtcem Cgil. E così stanno facendo, di corsa, anche Cisl e Uil: «Occorreranno almeno due settimane per eleggere le Rsu», spiega Roncato della Uil. Il piano di esuberi è stato motivato dall’azienda con le perduranti cattive situazioni dei mercati, in crisi sono le vendite nei Paesi del Mediterraneo come Italia, dove l’azienda realizza il 38 per cento del suo fatturato.

Ma che i conti della Geox non fossero a posto già si sapeva. Il gruppo guidato da Mario Moretti Polegato ha chiuso il 2012 con un utile netto pari a 10 milioni di euro, rispetto ai 49,98 milioni registrati nello stesso periodo del 2011. I ricavi sono scesi del 20 per cento, e quelli generati in Europa, pari al 44 per cento dei ricavi totali, sono diminuiti del 16 per cento. Eppure lo scorso marzo il cda ha distribuito comunque dividendi agli azionisti per 15 milioni di euro complessivi, per mantenere la fiducia dei mercati.

Continua a leggere l’inchiesta sul sito de L’Espresso…

di Michele Azzu @micheleazzu


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