Prima ci dicono che è un reato, poi parlano di “non configurabilità del delitto” se non vi è l’offensività della salute o della sicurezza pubblica.
Ci riferiamo alla recente sentenza della Cassazione che ha annullato le decisioni prese riguardo un ragazzo ventitreenne sorpreso con una piantina di marijuana sul balcone di casa.
La procura di Catanzaro che, in linea con la severità della legge Fini-Giovinardi del 2005, richiedeva la condanna del ragazzo, è stata scavalcata dalla Corte di Cassazione, la cui decisione di assoluzione ha trovato giustificazione nella modica quantità del principio attivo presente nella piantina (16mg).
In questo modo però i giudici hanno creato un vero e proprio precedente giuridico che non potrà essere privo di conseguenze. Ora la domanda è: se vogliamo tenere una piantina di “maria” in casa, magari “solo per profumare l’ambiente”, siamo legittimati a farlo?
Evitando di rispondere, riportiamo alcune espressioni usate nella sentenza: “nullum crimen sine lege” e “nullum crimen sine iniuria”. Cosa significa? Non solo non é punibile alcun comportamento non previsto dalla legge come reato, ma non è punibile nemmeno il reato che non procura danni a nessuno. A nessuno?
Ma sì pensiamola in positivo, incentivando l’autocoltivazione gli spacciatori saranno costretti a trovarsi un altro lavoro…magari un altro “socialmente” utile!
Una vera e propria contraddizione che porta a depotenziare e ridicolizzare la legge italiana.
Che dire, l’Italia ha optato per la “modica” liberalizzazione!