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Gerardo Diego il “Creazionismo e l’Ultraismo”

Da Lielarousse

Roma 25 novembre 2013

L’alba è una spugna

e cancella la lavagna

dei sogni senza meta.

Quanto è difficile raccontare

i fugaci sogni

con parole sveglie.

Restarono solo sfilacci

di nebbie che al nuovo sole

si assottigliano, si dissolvono.

E tuttavia c’erano,

furono reali,

coerenti i sogni.

Furono fiori stanotte.

Eri anche tu tra essi,

ne facevi parte.

Confidenze silvestri

della schiva montagna,

gialle, azzurre.

Io masticavo calici,

sui miei polpastrelli brillava

un polline verdeoro.

E una freschezza sulla lingua

mi rivelò d’improvviso

la tua essenza più profonda.

Gerardo Diego fu sostenitore di questi due movimenti poetici caratterizzati dalla rottura con il virtuosismo nella versificazione, con il sentimentalismo decadentista, gli elementi aneddotici, musicali e puramente emotivi.

In nome di un “dinamismo rinnovatore” venne rivendicata la potenza dell’immagine e della metafora anche audace.

In collegamento con le correnti poetiche sperimentali d’Europa, come il Futurismo e la poesia visiva, i creazionisti, guidati soprattutto dal poeta cileno Huidobro, proposero la figura del poeta come scopritore impassibile della poesia delle cose.

Gli Ultraisti furono vicino al Surrealismo e al Dadaismo.

I due movimenti rappresentarono negli anni Venti, in Spagna, un periodo di rivoluzionaria transizione.

A domani

Lié Larousse



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