Gèrgo
Forse dal francese antico jergon ‘linguaggio, gorgheggio degli uccelli’, poi nel francese moderno jargon ‘gergo, lingua convenzionale della malavita’.
Anche, antico, gergòne.
Sostantivo maschile [plurale gerghi].
1. (linguaggio) Linguaggio convenzionale usato dagli appartenenti a determinate categorie o gruppi sociali al fine di favorire l’intimità della comunicazione interna e l’esclusione degli estranei dal gruppo: il gergo della malavita.
(estensione) Linguaggio ricco di parole ed espressioni particolari o allusive, oppure di termini tecnici altamente specializzati, usato da determinati gruppi di persone: gergo burocratico, studentesco, sindacale.
2. (estensione) Modo di parlare allusivo, enigmatico: parlare in gergo.
Una (parola) giapponese a Roma
Slang [slENg]
Voce inglese, di etimo incerto.
Sostantivo maschile invariabile.
Insieme di espressioni e parole che vengono usate al posto di quelle della lingua comune in certi ambienti o gruppi sociali.
Alex Merseburger scrive per correggere la Parolata.
— Riguardo Schumi, è stato lui a chiedere ai giornalisti di tutto il mondo di pronunciare il proprio nome all’inglese: Maicol.
In questo caso quindi i media vanno assolti. —
La Parolata non si dispiace: forse fa più ridere che Schumacher chieda di pronunciare sbagliato il proprio nome, piuttosto che tutti i giornalisti lo sbaglino per ignoranza.
Grazie a Vizi Coloniali riesumiamo una antica rubrica della Parolata. Rispondete, se avete una risposta all’altezza del dubbio.
— Ma se Juventus significa gioventù, perché continuano a chiamarla vecchia signora? —
Notizie dai porci
"Di reggiseni ho solo questi, ma per sabato prossimo mi arriveranno altri indumenti infimi."
In un mercato di Torino.