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GERMANIA: Tutti gli uomini del Bundespräsident

Creato il 09 gennaio 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

di Gabriele Merlini

GERMANIA: Tutti gli uomini del Bundespräsident

da BERLINO - Un silenzio opprimente accompagna gli spostamenti per la città dell’italiano di ritorno in Germania: specialmente quando ti presenti nei bar capita di sentire d’un tratto la tremenda nostalgia per le domande sull’ex premier nostrano, qui al centro di interminabili dibattiti e imprescindibile nucleo in fiumi di constatazioni. Ai tempi bastava un niente per erigerti a paladino delle libertà ferite. Di contro l’attuale primo ministro, il «genero perfetto» (cit. Süddeutsche Zeitung), offre minimi spunti dialettici e nessuna possibilità d’ironia dozzinale a chi non ne capisca il sofisticato linguaggio: sia come sia, è storia vecchia e ormai logora. Finisce quindi che parliamo di calcio con occhi bassi e imbarazzo. Ma la Schadenfreude (il piacere provocato dalle sfortune altrui) è stimolo non gestibile dunque, alla fine della seconda birra, succede che sia tu a chiedere al berlinese di turno qualche impressione sul recente scandalo che ha coinvolto il presidente federale tedesco Christian Wulff. Per carità niente di paragonabile ai botti cui siamo stati abituati nel passato più recente: solo la scoperta di un prestito a tassi agevolati che l’attuale Bundespräsident avrebbe richiesto ad un imprenditore, e conseguente telefonata alla Bild per bloccare un articolo sulla vicenda.

Contestualizzando, la storia del prestito risale al 2009, anno nel quale Wulff ancora ricopriva la carica di governatore della Bassa Sassonia. Il prestito fu di 500.000 euro -a tasso agevolato: ecco il punto dolente- e venne domandato a un amico imprenditore chiamato Egon Geerkens. Wulff all’inizio nega che Geerkens avesse prestato direttamente il denaro, sostenendo di avere trattato con la moglie. Versione contraddetta dallo stesso Geerkens, il quale già causò guai a Wulff pagandogli le spese di un viaggio aereo. Trama da fiction Tv in salsa Niedersachsen. Si va avanti.

La Bild, popolare giornale tedesco (popolare da intendersi nell’accezione di tabloid generalista-populista assai puntuale su nudi femminili e scandali di vip semi-sconosciuti) si interessa della storia e scrive un editoriale critico. Wulff viene a sapere del pezzo e prova a bloccarne la pubblicazione telefonando al direttore responsabile Kai Diekmann, il quale però ugualmente fa uscire l’articolo. L’accusa è di avere mentito nel febbraio del 2010 davanti al parlamento della Bassa Sassonia negando i rapporti con Geerkens. Si trattava di una interrogazione parlamentare: roba grave.

Poi succede che Wulff va in tv* per difendersi ma non convince nessuno. Ammette la telefonata alla Bild e bolla il tutto come errore per il quale chiedere scusa. Tuttavia specifica che non intendeva bloccare la pubblicazione del pezzo quanto esclusivamente rimandarla. Diekmann assiste allo spettacolino e chiede a Wulff il permesso di rendere pubblica la trascrizione del minaccioso messaggio che Wulff stesso avrebbe lasciato sulla sua segreteria telefonica. L’auto-incoronamento del Bundespräsident a «vittima dei media» è diretta conseguenza di questo stato di cose. Ad ogni modo nessuna intenzione di dimettersi da parte di Wulff, nonostante i fiumi di critiche che stanno arrivando sia dalla stampa storicamente ostile che da quella amica (di centrodestra, più o meno cattolica e conservatrice.)

GERMANIA: Tutti gli uomini del Bundespräsident
Al momento della stesura di questo post è un piovoso pomeriggio di domenica 8 gennaio e qui attorno si sente un gran brusio. Infatti, nonostante i tentativi di gettare acqua sul fuoco, sia la Merkel che il vice Philipp Rösler starebbero cercando un sostituto di Wulff in caso di dimissioni: qualcuno che verrebbe accettato anche dal principale partito del centrosinistra SPD, evitando così di impantanarsi in logoranti e (per la maggioranza) pericolosi scontri a nemmeno un anno dal voto.


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