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Germignaga: “Io sono. Questo fiore”, le donne al centro della mostra di Raffaella G. Fidanza

Creato il 13 marzo 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Donna e fiore, un binomio forte che caratterizza la mostra di Raffaella G.Fidanza “Io sono. Questo fiore”. Nella magnifica cornice dell’ex Colonia elioterapica di Germignaga è stata presentata ieri pomeriggio l’esposizione fotografica dell’artista che, con i suoi scatti, ha voluto mettere a nudo non solo i corpi, ma anche le emozioni delle donne che hanno voluto raccontarsi in una sola posa. Una storia differente dentro ogni sguardo, in un’esposizione in onore della “Festa della Donna” che, insieme alla presentazione del romanzo “A metà strada” di Emma Luciani, aggiunge questo progetto a quello dello scorso anno, “Il peso dell’ombra”, della stessa Raffaella, la quale ha voluto ricordare che le donne, come i fiori, hanno una bellezza delicata, di cui bisogna prendersi cura.

Marco Fazio, sindaco di Germignaga, ha presentato ufficialmente l’evento, invitando a riflettere sulla tematica della violenza sulle donne, che, purtroppo, risulta essere ancora attuale e che necessita di una presa di coscienza maggiore da parte dell’uomo. Ha sottolineato, inoltre, quanto l’accostamento tra il fiore e le modelle, sia quasi intimo: “Il fiore racchiude qualcosa che è profondamente femminile, il fiore è fragile, ma insieme incredibilmente forte, buca la neve e porta la vita e, forse, di questa cosa, noi uomini, non ce ne ricordiamo troppo spesso”. La speranza del sindaco Fazio è quella che “Io sono. Questo fiore”, insieme al libro di Emma Luciani, possano essere spunti di riflessione che durino e, appunto fioriscano nell’arco di tutto l’anno, per tornare ad un nuovo 8 marzo, consapevoli di aver raggiunto qualche risultato.

“Ho voluto scrivere, sotto forma di romanzo, una riflessione sui motivi nascosti che tengono molte donne vincolate ad un rapporto che fa tutt’altro che bene“, dice l’autrice di “A metà strada”, presentando il suo libro. Psichiatra e psicoterapeuta, Emma Luciani racconta la storia di una ragazza che, subendo violenze da parte del marito, decide di scappare e allontanarsi da queste dinamiche, sperando di poter cambiare vita. La fuga sembra essere una soluzione per Anna, la protagonista, che però, ad un certo punto, si trova costretta ad affrontare i suoi conflitti interiori, di cui non si è potuta liberare semplicemente allontanandosi dalla situazione negativa che stava vivendo. Un percorso riflessivo e un lavoro psicologico che la ragazza dovrà fare, per non attirare nuovamente le stesse condizioni da cui è scappata, e che la porteranno a dover scegliere se abbandonare un marito violento, ma sofferente, oppure tornare e cercare di aiutarlo. Emma Luciani lascia una discreta libertà di interpretazione del finale, perché, nel libro, c’è un indizio sulla scelta che è stata presa da Anna, senza che questa venga espressa esplicitamente. Un romanzo che si pone un interrogativo: “Perché una donna accetta di sottostare alla violenza?”.

Un viaggio: così Raffaella G.Fidanza descrive “Io sono. Questo fiore”, progetto all’interno del quale viene presentata la determinazione delle donne che, attraverso le nove immagini presenti, dicono “io sono forte, io riparto da qui” perché, ciascuna delle modelle, ha affrontato e superato alcune importanti difficoltà della vita. Otto mesi di lavoro, in cui la condivisione è stata la componente fondamentale per creare la giusta armonia tra chi era davanti all’obiettivo e chi era dietro. “Ogni ragazza che vedete ritratta è speciale in qualche modo, e, ognuna di loro, ha una storia particolare. Quello che le accomuna è che tutte hanno dovuto superare un ostacolo e nel momento in cui sono venute a farsi fotografare, hanno condiviso con me la loro storia”. Si sono confidate, si sono spogliate per un nudo elegante, coperte dal fiore che hanno scelto, come per sottolineare la fragilità e, al tempo stesso, la voglia di lottare delle donne. ”Una cosa interessante – spiega Raffaella – è accaduta a posteriori, quando le ragazze si sono aperte e mi hanno raccontato alcune delle loro vicissitudini, scoprire come la loro personalità era davvero affine alle qualità attribuite al fiore che loro stesse avevano scelto”. Lei ha vissuto in prima persona le emozioni dei suoi scatti e questo percorso l’ha portata a rendersi anch’essa protagonista di una fotografia a cui, appunto, ha dato il titolo “Io viaggio”.


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