Sono stati ritirati dai punti vendita della Norvegia i due videogiochi citati da Anders Breivik nel suo 2083 - A European Declation of Independence, e cioè World of Warcrafte Call of Duty - Modern Warfare. L’iniziativa non è delle autorità locali, ma dei responsabili della distribuzione dei due prodotti sul territorio norvegese, in segno di rispetto per le famiglie delle vittime della strage del 22 luglio. In tutta evidenza si tratta di un gesto simbolico, perché chi in Norvegia è già in possesso dei due videogiochi potrà continuare ad usarli e chi volesse acquistarli potrà comunque farlo, via internet.Il problema è un altro: non è affatto vero – come si continua a dire – che Breivik si sia ispirato a quei due videogiochi. Per quanto riguarda World of Warcraft, al “templare” che voglia imitarlo suggerisce di addurlo a scusa per dare spiegazione a parenti, amici e conoscenti dell’isolamento necessario alla preparazione di un attentato terroristico (pagg. 841-842); confessa di averlo usato come svago nelle pause del lavoro di scrittura, per stare lontano dal web, nel timore di lasciarsi inavvertitamente scappare qualcosa circa i suoi propositi (pag. 1.380); dice di voler provare l’ultima edizione del videogioco (World of Warcraft - Cataclysm), uscita lo scorso dicembre (pagg. 1.424-1.425). In quanto a Call of Duty - Modern Warfare, viene citato tra i suoi passatempi (pag. 1.398 e pag. 1.408) e ipotizza di usare un fan club del videogioco come copertura di una cellula terroristica (pagg. 1.282-1.283).In nessun punto delle 1.518 pagine, insomma, i due videogiochi sono dichiarati fonte di ispirazione dell’azione terroristica: la decisione di chi li ha fin qui distribuiti in Norvegia potrà pure sembrare nobile, ma non è ragionevole e, per tener fede alla volontà che i norvegesi hanno espresso dopo l’attentato terroristico, sarebbe stato meglio non porre alcuna misura restrittiva sulla distribuzione dei due videogiochi. D’altra parte, sembrerebbero nobili analoghe iniziative in relazione ad altri interessi dichiarati da Breivik, come la musica classica e l’araldica?